Mondo

Iran. Nuova condanna per la Nobel Mohammadi. Liberate e poi denunciate due giornaliste

Antonella Mariani lunedì 15 gennaio 2024

le due giornaliste Niloufar Hamedi (a destra) e Elaheh Mohammadi (sinistra) dopo l'uscita dalla prigione di Evin, a teheran

Nuova condanna per l'attivista iraniana Narges Mohhamadi, Premio Nobel per la pace, in prigione a Teheran dal 2021. All'attivista 51enne sono stati inflitti altri 15 mesi di carcere perché "si è rifiutata di partecipare a interrogatori e udienze". La sentenza risale al 19 dicembre e la notizia è stata diffusa via Instagram dalla famiglia. Ci sono anche delle pene accessorie nella sentenza, che è la quinta ad esserle inflitta: quando verrà scarcerata non potrà risiedere a Teheran e nelle province limitrofe, ma non potrà lasciare l'Iran né usare il cellulare o entrare in "gruppi politici".

Quando uscirà dal carcere, al momento è pura teoria: Mohammadi deve scontare 12 anni e 3 mesi di carcere e oltre 150 frustate. Ma è chiaro che è difficile calcolare il tempo esatto, se a condanna si assomma condanna. Il 10 dicembre scorso, alla consegna del Premio Nobel per la pace, i due figli e il marito dell'attivista avevano letto una sua lettera in cu si diceva certa che «il popolo iraniano smantellerà l'ostruzionismo e il dispotismo attraverso la sua perseveranza».

Intanto ieri alla gioia per la liberazione di due attiviste è subito seguita la doccia fredda di una loro nuova denuncia. le due donne, Nilufar Hamedi, 31 anni e Elaheh Mohammadi, 36 anni, erano in carcere da poco meno di un anno e mezzo, condannate per aver fatto conoscere al mondo, con i loro articoli, la vicenda di Mahsa Amini, la 22enne curda morta per le percosse dopo essere stata arrestata perché non portava correttamente il velo islamico. La morte di Mahsa, il 16 settembre 2022, aveva dato vita al vasto movimento "Donna, Vita, Libertà", che ha portato in piazza migliaia di giovani donne e uomini iraniani. Incredibili le pene comminate alle due reporter: Mohammadi, giornalista di Ham Mihan, nel 2023 ha collezionato sei anni di carcere per collaborazione con gli Stati Uiti, cinque anni per complotti contro la sicurezza del Paese e un anno per propaganda contro la Repubblica islamica. Hamedi, fotografa del quotidiano riformista Shargh, ha avuto sette anni per il primo capo d'accusa, cinque per il secondo e uno per il terzo. Hamedi aveva diffuso sui social la fotografia del padre e della nonna di Mahsa abbracciati e in lacrime dopo aver saputo della morte della giovane, con la didascalia: "L'abito nero del lutto è diventato la nostra bandiera nazionale".

Domenica sono state rilasciate entrambe su cauzione: secondo una fonte, avrebbero pagato l'equivalente di 170mila euro ciascuna, in attesa del processo d'appello.

Ieri dunque le due donne sono uscite dal carcere di Evin, lo stesso dove è detenuta la Premio Nobel Nerges Mohammadi. Foto e video hanno documentato in tutto il mondo la loro gioia appena uscite, facendo il segno di vittoria, a capo scoperto. Tanto è bastato alle autorità iraniane per aprire un nuovo caso contro le due giornaliste. L'agenzia Mizan online spiega che "una nuova denuncia è stata presentata davanti al Tribunale rivoluzionario di Teheran".