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MEDIO ORIENTE. Bloccata la Rachel Corrie Nessuno scontro con i pacifisti

sabato 5 giugno 2010
I soldati israeliani hanno abbordato la Rachel Corrie, ma non v'è stato alcuno scontro con i pacifisti a bordo. Lo ha riferito un portavoce delle forze armate israeliane. La nave «è passata sotto il controllo» delle forze israeliane, ha poi confermato un portavoce militare, aggiungendo che l'abbordaggio è avvenuto «senza scontri» e «senza alcuna resistenza» da parte dell'equipaggio.Gli attivisti di Free Gaza hanno confermato sul profilo Twitter dell'organizzazione che l'abbordaggio da parte della marina israeliana è avvenuto via mare, senza l'uso di elicotteri, e senza nessuna violenza. La Rachel Corrie, che cercava di rompere - con un carico di aiuti e 19 attivisti filo-palestinesi a bordo - il blocco imposto alla Striscia di Gaza dallo Stato ebraico, è entrata nel porto israeliano di Ashdod, scortata da imbarcazioni militari israeliane. È quanto riferisce Ynet, il sito web del quotidianoisraeliano Yedioth Ahronoth.Le autorità israeliane hanno fatto sapere che gli attivisti a bordo della Rachel Corrie verranno«trattati in modo diverso» rispetto a quelli delle sei navi della Flottiglia di pace assaltata dai commando israeliani lunedì scorso, che sono stati trattenuti per alcuni giorni nel carcere di Beersheva, poi trasferiti a Tel Aviv e imbarcati su diversi voli.Gli attivisti della Rachel Corrie, invece, dovrebbero rimanere nel porto di Ashdod e una volta che le merci a bordo della nave saranno state scaricate potranno risalire sull'imbarcazione. La Marinaisraeliana accompagnerà quindi la Rachel Corrie fuori dalle acque territoriali israeliane. Il diverso "trattamento" è stato deciso perchè gli attivisti della nave iralandese «non hanno commesso reati, non hanno opposto resistenza e hanno raggiunto accordi con le forze di sicurezza israeliane».LE FASI PRECEDENTI«Abbiamo stabilito un contatto, ma l'equipaggio non coopera», ha detto un portavoce militare, ribadendo che le forze israeliane hanno chiesto alla Rachel Corrie di deviare «verso il porto di Ashdod» e lasciando  intendere che a questo punto la nave potrebbe essere abbordata.Resta tuttavia confermata, per il momento, la mancanza di qualsiasi segno di scontro. Ieri sera il ministero degli Esteri irlandese e quello israeliano avevano delineato un'ipotesi di accordo affinchè la nave potesse attraccare ad Ashdod con la garanzia israeliana dell'apertura di un corridoio via terra attraverso il quale lo stesso equipaggio avrebbe potuto poi consegnare il suo carico di aiuti a Gaza, previ i controlli di sicurezza.Ma gli attivisti filo-palestinesi a bordo hanno fatto sapere di non volervi aderire. «Noi - ha dichiarato nella notte per telefono dalla nave uno dei pacifisti, John Graham - non abbiamo intenzione di accettare alcuna intesa che ci voglia coinvolgere legittimando l'assedio (navale israeliano) contro la Striscia diGaza».Intanto oggi il quotidiano britannico Guardian, citando le autopsie svolte in Turchia, scrive che i nove attivisti turchi uccisi dalle forze armate israeliane nel corso del blitz contro la Freedom Flotilla sono stati raggiunti da almeno una trentina di colpi d’arma da fuoco. Si tratterebbe di pallottole da 9 millimetri, sparate in molti casi da distanza ravvicinata; cinque delle vittime sono state colpite alla testa, scrive il medico legale turco, incaricato di effettuare le autopsie dal ministero della Giustizia di Ankara. In particolare, Ibrahim Bilgen, 60 anni, è stato colpito da 4 proiettili alla tempia, al petto, ai fianchi e alla schiena. Un diciannovenne, Fulkan Dogan, con cittadinanza americana, è stato raggiunto da cinque colpi sparati da meno di 45 centimetri, alla faccia, alla nuca, due volte alle gambe e una alla schiena. Altri due uomini sono stati uccisi da almeno quatto colpi ciascuno e cinque delle vittime hanno ricevuto proiettili nella schiena, ha riportato Yalcin Buyuk, vice-presiente della commissione di medicina legale.