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Conflitti. Il baby soldato disertore che ora lotta per l'infanzia senza armi

Nello Scavo venerdì 11 febbraio 2022
Una bambina rimasta orfana e abbandonata in un villaggio sotto attacco dei ribelli nella Sierra Leone. Era il 1999 quando davanti alla quella bimba Santigie Bayo Dumbuya decise che era venuto il momento di disertare. Prese con sé la piccola e dopo due giorni e due notti di cammino, senza acqua e né cibo, riuscì a trovare per entrambi un riparo sicuro. Lui aveva 12 anni, lei 5.

A distanza di vent’anni l’ex bambino soldato Santigie continua ad aiutare i minori più fragili. Lo racconterà a Palermo sabato. E racconterà le guerre dei bambini, tra le più spietate e crudeli.

Due giorni fa la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ha condannato l'Uganda a pagare alla Repubblica democratica del Congo un'indennità di guerra di 325 milioni di dollari, in relazione ai crimini commessi tra il 1998 e il 2003. Il tribunale ha tra l’altro valutato un risarcimento di 225 milioni di dollari per "perdita di vite umane e altri danni alle persone", compresi stupri, arruolamento di bambini soldato e sfollamento fino a 500mila persone.

Ma fu la Sierra Leone a mostrare al mondo la tragedia dei bambini strappati alle famiglie e addestrati a dare la morte. Durante la guerra civile del 1991-2002, il coinvolgimento forzato dei minori tra le milizie e l’esercito governativo è stato massiccio. Metà dei combattenti delle milizie ribelli erano bambini, bambine e adolescenti: si stima che almeno 10.000 minori siano stati costretti alle armi.

Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha segnalato la morte di almeno 2 mila bambini combattenti negli ultimi sedici mesi. Statistiche che non tengono conto anche dei bambini assoldati dalle mafie internazionali per cooperare alle attività criminali e, non di rado, commettere omicidi.


Nel frattempo, la storia della Sierra Leone si ripete in altri paesi dove i bambini soldato sono una realtà drammaticamente attuale. Una stagione conosciuta in Sicilia negli anni '90 quando i clan arruolavano i "baby killer" incaricati di giustiziare i nemici ma che per la giovanissima età non erano facilmente punibili.
La confidenza con le armi, anche solo come giocattolo, in alcuni territori non è solo un gioco fine a sé stesso, ma il viatico per cominciare a familiarizzare con rivoltelle e fucili veri. Perciò a Palermo chiederanno a decine di bambini di disfarsi di armi giocattolo.

“Mete Onlus”, con “Ciss - Cooperazione Internazionale Sud Sud”, e “We Yone Child Foundation - Sierra Leone”, con il Patrocinio della Lega Pro e dell'Unar (l’Ufficio nazionale contro le discriminazioni), in occasione della Giornata Internazionale contro l'uso dei Bambini Soldato daranno vita a una serie di iniziative che culmineranno nell’invio di palloni da calcio e altri materiali alla fondazione di Santigie Bayo Dumbuya.