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GUERRA IN AFRICA. Hollande domani in Mali Amnesty: «Gravi violazioni»

venerdì 1 febbraio 2013

Il presidente francese, Francois Hollande, partirà questa sera per il Mali dove sabato incontrerà il presidente ad interim, Dioncounda Traorè. Lo scrive il quotidiano Liberation che, citando fonti anonime, aggiunge che capo dell'Eliseo andrà anche a Timbuctù, la leggendaria città ai bordi del deserto recentemente liberata dalle forze franco-maliane. L'Eliseo ha successivamente confermanto la notizia, precisando che Hollande sarà accompagnato dai ministri degli Esteri, Laurent Fabius, della Difesa, Jean-Yves Le Drian, e dello Sviluppo, Pascal Canfin. Secondo Liberation, Hollande partirà nella notte e atterrerà domani, sabato, nella capitale maliana. Intanto l'esercito francese, appoggiato dalle forze maliane, dopo aver obbligato al ritiro i salafiti, continua a spingersi verso il nord del Mali e attualmente concentra la sua offensiva sulla città di Kidal. Amnesty denuncia esecuzione di civiliLe forze armate del Mali hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, tra cui esecuzioni extragiudiziali di civili. Lo riferisce una nota di Amnesty International che al termine di una missione di 10 giorni in Mali, ha pubblicato un documento nel quale denuncia come tutte le parti coinvolte nel conflitto del paese africano stiano mettendo a rischio la popolazione civile.

L'associazione segnala anche come i gruppi armati islamisti siano responsabili di uccisioni e reclutamento di bambini soldato. Inoltre, almeno cinque civili, tra cui tre bambini, sono stati uccisi in un attacco aereo eseguito nell'ambito dell'operazione congiunta tra Francia e forze armate del Mali per fermare l'offensiva dei gruppi armati islamisti. «Mentre continuano i combattimenti, tutte le parti coinvolte devono garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario, assicurando in particolare che i prigionieri siano trattati in modo umano e che vengano prese tutte le precauzioni per ridurre al minimo i danni ai civil», ha dichiarato Gaetan Mootoo,ricercatore di Amnesty International sul Mali. Nel corso della sua missione in Mali, la delegazione di Amnesty International ha svolto ricerche nelle città di Sègou, Sèvarè, Niono, Konna e Diabaly. Il 10 gennaio, prosegue la nota di Amnesty International, alla vigilia dell'intervento francese, le forze armate del Mali hanno arrestato e poi sottoposto a esecuzione extragiudiziaria oltre due dozzine di civili, soprattutto a Sèvarè. L'associazione rileva che «testimoni oculari hanno visto i soldati gettare diversi corpi in un pozzo nel distretto di Wailudè e sparare all'interno del pozzo due o tre scariche di arma automatica»Molte persone - si legge nel rapporto - hanno paura di essere arrestate dai militari o di fare una fine anche peggiore. «Le forze di sicurezza devono garantire che i civili siano tutelati da ogni rappresaglia basata sull'etnia o su presunte simpatie politiche», ha affermato Mootoo. Per questo Amnesty chiede alle autorità di avviare immediatamente un'inchiesta indipendente e imparziale su tutte le notizie di esecuzioni extragiudiziali da parte delle forze armate e di sospendere dal servizio chiunque sia sospettato di aver preso parte a violazioni dei diritti umani».
Il briefing di Amnesty International documenta casi di esecuzioni extragiudiziali compiute dai gruppi armati islamisti. Secondo il racconto di testimoni oculari, dopo aver preso la città di Diabaly tra il 14 e il 15 gennaio, i militanti hanno sommariamente ucciso cinque soldati maliani rimasti feriti e un civile. Vi sono sempre più prove del reclutamento forzato e impiego di bambini soldato tra le file dei gruppi armati islamisti. A Diabaly si è notata la presenza di bambini anche di soli 10 anni armati di fucili insieme ai combattenti islamisti. A Sègou, Amnesty International ha potuto parlare con due bambini soldato fatti prigionieri, uno dei quali mostrava segni di disturbi mentali.