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Caritas. Haiti, 4 anni dopo: 60mila bambini sfollati

sabato 11 gennaio 2014
Il 12 gennaio 2010 il terremoto sconvolse Haiti con oltre 220 mila vittime e 300 mila feriti. In un rapporto, Caritas illustra i 146 i programmi di sviluppo che, grazie ai fondi raccolti, sono stati realizzati in accordo con la rete internazionale e la Caritas haitiana. Molteplici gli ambiti di intervento: assistenza sfollati, sostegno istruzione, progetti in area idrico-sanitaria, socio-economica e di sviluppo agricolo. Attualmente, denuncia l'Avsi, sono 170mila gli sfollati (almeno 60mila i bambini, secondo Save the Children), 600mila gli haitiani che vivono in condizioni di insicurezza alimentare e si registrano più di 50mila nuove infezioni di colera ogni anno. Il tutto in un contesto di forte decrescita economica. L'attività di Caritas italiana ad Haiti si è radicalmente modificata a seguito del terremoto. Si è passati così da un impegno di analisi e attenzione al contesto sociale con il conseguente avvio di progetti e microprogetti, ad una fase di pronto intervento per fronteggiare l'enorme crisi umanitaria a seguito del disastro. Attraverso la presenza di operatori espatriati, la Caritas italiana si è posta fin dai primi giorni accanto alla Caritas locale e alla società civile. In un contesto sociale disgregato e con istituzioni locali poco presenti, la Caritas italiana ha coordinato il proprio lavoro con gli organismi internazionali intervenuti nella penisola caraibica (Caritas Internationalis, l'Organizzazione delle Nazioni Unite e con il network delle associazioni). Nello specifico, l'intervento di Caritas italiana si è orientato nel primo anno successivo al sisma su tre linee direttrici: la partecipazione agli interventi della rete Caritas attraverso progetti di emergenza condivisi; l'accompagnamento di Caritas Haiti, con un affiancamento diretto nel lavoro di rafforzamento istituzionale e dell'organizzazione, nel potenziamento della rete delle 10 Caritas diocesane del paese e nella partecipazione alla pianificazione e implementazione del "Programma nazionale di economia solidale"; il finanziamento di progetti e l'accompagnamento di altri partner, affiancando diverse congregazioni religiose e alcune organizzazioni di base nella identificazione dei bisogni, nella ideazione dei progetti e nelle conseguenti fasi di monitoraggio e accompagnamento degli stessi in un'ottica di rafforzamento delle capacità istituzionali dei partner. La strategia attuale di Caritas italiana in Haiti, quindi dopo il primo anno, si delinea secondo queste cinque linee prioritarie: sostegno agli organismi della chiesa locale, sostegno allo sviluppo socio-economico, per promuovere una progressiva autonomia delle comunità coinvolte nei progetti. Rafforzamento della struttura organizzativa dei partner locali, per migliorarne le capacità proprie di pianificazione e di gestione. Sostegno all'educazione e attenzione continua alle urgenze. Caritas Italiana proseguirà la sua azione ad Haiti seguendo le linee d'azione sopra indicate, rafforzando l'accompagnamento con la Caritas nazionale haitiana e con le Caritas diocesane locali. Haiti è al 145° posto su 169 paesi presi in considerazione dal "Rapporto sullo sviluppo umano del 2010". È considerato un paese a basso sviluppo umano, il più basso delle Americhe.