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Europa. La Grecia alle urne, il giorno della verità

sabato 19 settembre 2015
La Grecia torna alle urne, per la terza volta in otto mesi. Un'elezione politica anticipata dove i sondaggi danno per favorito l'ex premier di sinistra Alexis Tsipras, che spera di fare il bis al governo, nonostante l'emorragia di consensi che lo ha colpito dopo la decisione di dimettersi e andare al voto. Una consultazione che i greci vivono con distacco e disillusione, anche in queste ore di vigilia, convinti che a prescindere dal risultato il peso di crisi ed austerità non si alleggerirà. Tutti gli ultimi sondaggi vedono Syriza leggermente in vantaggio su Nea Dimokratia. Ma anche se all'ex primo ministro riuscirà di conquistare la maggioranza relativa grazie a coloro che nelle ultime ore sembrano essersi convinti a rivotarlo - o se vincerà il partito conservatore guidato da Vangelis Meimarakis - nei prossimi giorni la Grecia è destinata ad avere un governo di coalizione, perché è improbabile che ci sia un trionfatore. L'esecutivo avrà di fronte a sé una strada praticamente già tracciata: applicare il memorandum tra Atene ed i creditori internazionali che impone nuova austerità in cambio di 86 miliardi di euro in prestiti in tre anni. La giornata pre-elettorale, tradizionalmente dedicata alla riflessione, ha visto i due leader principali, Tsipras e Meimarakis, impegnati in incontri informali, con qualche prevedibile dichiarazione ottimistica. Tsipras, soddisfatto dall'affluenza al comizio di ieri a Syntagma, ha visto i giovani del suo partito per parlare di lavoro e di prospettive future in un caffè-ristorante al centro di Atene, prevedendo una grande vittoria. "Comunque oggi è il momento del relax", ha affermato. Meimarakis ha fatto la stessa previsione di successo incontrando i militanti di Nea Dimokratia al grande chiosco allestito al centro della stessa piazza Syntagma. Commentando i sondaggi che danno gli avversari di sinistra avanti ha detto di dubitare della loro accuratezza perché "non esiste la bacchetta magica" che dopo settimane di parità cambia l'umore dell'elettorato. Un elettorato che ha seguito la breve campagna con notevole disinteresse. I più delusi sono coloro che avevano votato Syriza in maniera non ideologica, solo per avversare il Memorandum, e che hanno votato No al referendum di luglio sugli accordi per poi vedere il premier innestare una clamorosa marcia indietro in direzione dell'austerità. Dice Irini, insegnante, che ha visto il stipendio sforbiciato più volte in questi anni di crisi: "Non sono mai stata troppo dentro la politica, ma ho votato Syriza perché non volevo più vedere quelle facce, le facce di chi ha rubato per anni. Ma Tsipras si è rivelato uguale agli altri. Quindi non voterò". E come lei molti giovani che avevano sancito il successo della sinistra. Meimarakis, con la sua aria rassicurante, spera di attirare verso il suo partito i delusi di quelli che lui chiama "gli esperimenti" di Syriza e quanto vogliono premiare la stabilità che lui intende rappresentare. Intanto, la sua campagna senza exploit sembra aver già ottenuto un risultato: gli analisti dicono che gli ex alleati di Syriza al governo, i nazionalisti Greci Indipendenti, rischiano di non superare la soglia del 3% e restare fuori dal parlamento, proprio perché Nd sta conquistando il favore di molti dei loro elettori.