Mondo

Il sisma. Bimbi vivi dopo oltre 100 ore. Gli Usa sospendono alcune sanzioni alla Siria

Redazione Internet venerdì 10 febbraio 2023

Un bambino è stato estratto vivo a Kahramanmaras stamani

A più di quattro giorni dal terremoto che ha devastato la regione tra Siria e Turchia, ci sono ancora persone vive sotto le macerie. Sono soprattutto bambini, e anche intere famiglie. Mentre il tragico bilancio sale a 22.368 morti, di cui 18.991 in Turchia e 3.377 in Siria. Ed è destinato ad aggravarsi, con oltre 60mila feriti e un numero imprecisato di dispersi.

A Iskenderun, una delle principali città colpite della provincia turca dell'Hatay, i soccorritori hanno estratto due persone in vita dopo 107 ore, nello stesso palazzo da cui stamani, a 102 ore dalla catastrofe, sei persone sono state estratte vive. I sei salvati di stamane appartengono a due diverse famiglie, la famiglia Oktay e la famiglia Kilinc: quest'ultima festeggia nel pomeriggio il ricongiungimento con due propri cari, mentre la famiglia Oktay è in apprensione per il salvataggio di altri due familiari, intrappolati tra le macerie ma vivi.

Fra le rovine di Kahramanmaras, una squadra di soccorritori israeliani ha estratto vivo oggi un bambino di 10 anni. In quella città uno staff di 140 medici e infermieri giunti da Israele ha riattivato oggi un ospedale locale. Hanno portato con sé apparecchiature e quantità di medicinali. Secondo i media, Israele ha inviato complessivamente in Turchia 450 soccorritori, civili e militari. Il premier Benyamin Netanyahu si è oggi congratulato con loro: "Voi mostrate il volto reale di Israele ed è particolarmente importante che esso venga visto in Turchia", un Paese con il quale le relazioni diplomatiche hanno conosciuto un lungo periodo di freddezza.

Sempre stamani, a Nurdagi soccorritori spagnoli hanno estratto vivi prima un bimbo e una bimba e poi la loro madre. Il ministero della Difesa spagnolo ha pubblicato sui social un video del momento del salvataggio.

Soccorritori svizzeri hanno estratto vivi stamani un neonato e un'altra persona.

Ma se qualche storia è a lieto fine, migliaia di famiglie sono nella disperazione. Non solo per la sorte dei propri cari, ma anche per le condizioni in cui si trovano adesso. "Pensavamo di trovarci di fronte a grandi difficoltà, invece siamo di fronte a una situazione che non si può che definire apocalittica" racconta Giulia Longo, operatrice dell'Ong milanese Celim e della Caritas Iskenderun. "Nevica, fa molto freddo (di notte si toccano punte di -5 ), la gente non ha più la casa e non ci sono posti in cui trovare rifugi, le strade sono bloccate. Il dramma è così grande che è difficile da spiegare e, soprattutto da affrontare. Manca tutto: acqua, cibo, vestiti caldi, gas, elettricità. Anche le semplici comunicazioni sono diventate complesse". Negli anni, si sono concentrati in quest'area migliaia di rifugiati siriani, iracheni, iraniani. Caritas, insieme a Celim, hanno portato avanti progetti per aiutarli e per sostenere anche i turchi più poveri.

Gli Usa sospendono alcune sanzioni alla Siria

In seguito all'emergenza per le popolazioni causata dal terremoto in Turchia e Siria, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione temporanea di alcune sanzioni economiche al governo centrale di Damasco incarnato dal contestato presidente Bashar al Assad.

Le sanzioni statunitensi alla Siria "non ostacoleranno" il salvataggio di vite umane, si legge nel documento allegato alla circolare del Dipartimento del Tesoro che stabilisce una "licenza generale per autorizzare gli sforzi di soccorso in caso di terremoto in modo che coloro che forniscono assistenza possano concentrarsi su ciò di cui c'è più bisogno: salvare vite e ricostruire".

L'esenzione temporanea delle sanzioni, valida fino a fine luglio, riguarda transazioni economiche verso le aree governative per l'esclusivo uso umanitario relativo all'emergenza post-terremoto. Da decenni gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche, finanziarie e commerciali al governo siriano, rinforzandole ulteriormente nel 2020.

La Comunità di Sant'Egidio esprime la propria soddisfazione per la decisione della revoca temporanea di alcune sanzioni e auspica una risposta solidale da parte di altri Paesi e dell'intera comunità internazionale.

Gli Stati Uniti ieri avevano annunciato un primo pacchetto di aiuti da 85 milioni di dollari per i terremotati. L'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale ha affermato che il finanziamento andrà ai partner sul campo "per fornire aiuti urgenti a milioni di persone", anche attraverso cibo, alloggi e servizi sanitari di emergenza. Il finanziamento comprenderà anche l'acqua potabile e i servizi igienico-sanitari per prevenire la diffusione di malattie. Ieri il segretario di Stato, Antony Blinken, aveva parlato al telefono con il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu per discutere le esigenze dell'alleato della Nato.