Mondo

TRAGICO EPILOGO. Gemelle, l'ultima lettera del padre: le ho uccise, non hanno sofferto

venerdì 11 febbraio 2011
Il padre delle gemelle svizzere scomparse dichiara in una lettera di aver ucciso le due bambine. Lo ha affermato oggi a Losanna la polizia svizzera. Nella lettera, con data del 3 febbraio, spiega di trovarsi a Cerignola e che si suiciderà, ha detto la polizia cantonale di Vaud citata dall'agenzia di stampa svizzera Ats. Si tratterebbe della stessa missiva, una parte del cui contenuto si è conosciuto ieri, nella quale Matthias Schepp diceva che le bimbe "riposano in pace" e che "non hanno sofferto".Parole che non lascerebbero molte speranze sulla sorte delle due bimbe, anche se gli investigatori proseguono tuttora le loro indagini che, ad oggi, sono almeno riuscite a ricostruire la prima parte del viaggio di Matthias Schepp: cominciato con le sue bambine e proseguito da solo.I tasselli cominciano a combaciare ma il puzzle è una figura che nessuno vorrebbe vedere e ha sullo sfondo pagine web sui veleni e gli avvelenamenti, un viaggio pianificato in posti di vacanze che ora potrebbero essere di morte.Dopo alcune settimane passate a cercare su internet la via per la Corsica (luogo che in passato era stato di gioia per la famiglia Schepp) e il modo migliore per uccidere con il veleno, Matthias è partito con le figliolette alla volta di Marsiglia. Qui il 31 gennaio ha acquistato tre biglietti per il traghetto della Cmn che avrebbe portato lui e le piccole fino a Propriano, 30 chilometri da Ajaccio. L'hanno visto in molti, a Marsiglia, ma le bimbe sono state notate solo sulla nave.Arrivati a Propriano alle 6,30 del 1 febbraio, Matthias è sceso ed è di fatto scomparso. Aveva con sè le gemelline? Nessuno lo sa.All'improvviso, Matthias ricompare all'imbarco dei traghetti di Bastia dove prende la nave per Tolone. Acquista un biglietto. È solo. Di Alessia e Livia nessuna traccia, resta solo l'eco del pianto ascoltato da una passeggera sul traghetto per Propriano. Ora la nave che ha viaggiato da Bastia a Tolone con Schepp a bordo è sottoposta ad accertamenti ed indagini: in particolare la cabina che l'uomo ha occupato durante la traversata ed il garage in cui era custodita la sua auto. Al suo arrivo a Tolone ha inviato a Losanna una delle lettere. Quindi Matthias Schepp torna in Francia. Solo. Qui prende la macchina e l'occhio elettronico lo fotografa alla barriera di Ventimiglia. È il 2 febbraio.Con tutta probabilità ha avuto il tempo di spedire a Losanna un pacco, 'postatò da un corriere proprio il 2 febbraio in un minuscolo borgo vicino a Marsiglia. In quel pacco c'era forse il registratore dal quale l'ingegnere svizzero non si separava mai, cercato disperatamente dalla polizia a Cerignola, dove Schepp si è suicidato dopo aver spedito un'altra lettera a casa.Resta però il nulla nel quale sono svanite le piccole. Ogni giorno che passa, ogni ora passata a cercare, si fa sempre più forte la convinzione che le due gemelline siano state uccise per mano del padre, come farebbe capire anche il contenuto di una delle missive.Un pozzo senza fondo, l'indagine del Parquet di Marsiglia sulle due bambine scomparse. Che emana l'odore acre delle notizie peggiori: uccise, si dice. Ma come? Le ha buttate dal traghetto diretto in Corsica? Le ha avvelenate e ha nascosto i corpi sulla strada tra Propriano e Bastia? Le ha buttate in un anfratto? Oppure, ma questo resta per ora solo una speranza, sono vive e le ha affidate a qualcuno? Tante domande e tutte pressanti.Gli agenti della polizia giudiziaria francese, la polizia italiana scavano, cercano, non si danno tregua. Anche se aver dato forma al viaggio del padre è importante e può portare a qualcosa. Sia quello che sia, anche un requiem.