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GRECIA. Il fuoco si ferma ad Atene Ma è una catastrofe ambientale

Alessandro D'Andria martedì 25 agosto 2009
Un’altra giornata «difficile», l’ha definita il premier Costas Karamanlis. Il prefetto Yannis Sgurois ha preferito parlare di «disastro ecologico», la stampa di «catastrofe biblica». Di sicuro, per gli oltre mille pompieri schierati sono state 24 ore intense di lotta. Stremati da un fine settimana di battaglia furibonda contro le fiamme, gli uomini hanno dovuto combattere anche ieri fino a sera inoltrata per impedire al fuoco di raggiungere Atene. Alla fine ce l’hanno fatta. L’incendio è stato dichiarato «sotto controllo» dai responsabili delle operazioni, anche se l’intero dispositivo è rimasto in piedi «per precauzione». Decisivo per arginare l’emergenza la diminuzione dei venti. Ieri, le raffiche, che da venerdì sferzavano la capitale greca, sono calate fin dal mattino, rendendo più facile il lavoro dei vigili. Nel primo pomeriggio, però, hanno ripreso forza e il fuoco ha ricominciato ad avanzare anche se, fortunatamente, non ci sono state vittime e, alla fine, i pompieri sono riusciti a domarle. La regione nord-orientale dell’Attica è stato ancora una volta il fronte principale. Il bilancio dei danni nella mitica zona di Atene è sconfortante: 15mila ettari di campagna, case e uliveti sono stati ridotti in cenere. Da qui – e precisamente dalla discarica di Grammatico – venerdì sera era partito l’incendio, poi dilagato fino ad Agios Stefanos, Nea Makri, Dionysos, Rodopolis e Maratona, da cui sono state evacuate 10mila persone. Nella notte tra sabato e lunedì, le fiamme hanno stretto in un abbraccio incandescente i resti antichi della città simbolo della lotta contro i persiani e il suo tempio. Solo dopo sforzi disperati i pompieri sono riusciti ad allontanarle. Ieri, il fuoco si è accanito su Pikermi, a 20 chilometri da Atene, bruciando – secondo quanto ha riferito la tv Antena – decine di abitazioni. In fiamme anche la parte orientale, sul monte Kitharonas. Il fuoco ha devastato i boschi per scendere verso la località turistica di Porto Germeno. I pompieri hanno chiesto ad abitanti e turisti di abbandonare la cittadina, dove decine di case sono state distrutte. Ancora in fiamme le isole di Evia e Zante. Per la Grecia non si è, però, ripetuto l’incubo di due anni fa, quando il fuoco distrusse 250mila ettari di terreno nel Peloponneso e uccise 70 persone. Un grosso incendio è invece scoppiato a Cipro, vicino a Pahos. Domato l’incendio, ad Atene infuria la polemica politica: la sinistra accusa il governo moderato di scarso coordinamento dei soccorsi. Al coro di critiche si sono aggiunti anche i sindaci delle cittadine colpite.