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Liverpool. Addio tra le lacrime ad Alfie, «piccolo guerriero»

Silvia Guzzetti lunedì 14 maggio 2018

Alcuni soldatini e un cuore blu sulla piccola bara bianca e, sul tetto del carro funebre, due scritte composte con i fiori che dicevano «guerriero» e «nostro eroe». Così i genitori di Alfie Evans, il piccolo morto il 28 aprile scorso, all’ospedale Alder Hey di Liverpool, dopo aver respirato oltre quattro giorni da solo dopo il distacco del ventilatore, hanno dato l’ultimo addio a quel figlio adoratissimo.

Al funerale, per volontà della famiglia, sono stati ammessi soltanto parenti stretti e gli amici più cari. «Tom e Kate continuano a ringraziare la comunità che li ha sostenuti ma ci hanno domandato di chiedere che la loro privacy venga rispettata durante il funerale», ha detto l’ispettore della polizia di Liverpool, Chris Gibson, leggendo un comunicato, «a chi vuole essere presente chiediamo di riempire le strade vicino a Goodison Park».

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In migliaia sono arrivati, da tutto il Regno Unito, per buttare fiori sul carro funebre e applaudire quel piccolo guerriero di 23 mesi e quei genitori eroici che hanno difeso il diritto a far curare il figlio all’estero in ogni grado di appello dei tribunali britannici per settimane. Alcuni arrivavano dalla Scozia e altri hanno aspettato per due ore che passasse il corteo. Orsacchiotti, fiori e biglietti sono stati deposti vicino alla statua di Dixie Dean, famoso giocatore dell’Everton, del quale il papà di Alfie, Tom, è un grande sostenitore.

Colorati di viola e blu, come le magliette di questa squadra di Liverpool, erano anche i palloncini, i nastri e le rose deposti lungo la strada e le cancellate dello stadio di Goodison Park. Anche nel resto del Paese i sostenitori del pacifico «esercito di Alfie» si sono riuniti accendendo candele e ricordando quel bambino che «ha riunito il mondo», come si leggeva su alcune magliette e sugli hashtag a lui dedicati sui social network.

A partecipare al dolore dei genitori di Alfie è Lord Alton, tra i politici inglesi più famosi, una lunga carriera alla Camera dei Comuni prima di essere ammesso tra i Lord. «Per la famiglia di Alfie il funerale sarà stato un momento di dolore inimmaginabile – ha dichiarato Lord Alton ad Avvenire –. Noi cattolici inglesi abbiamo pregato che genitori e parenti possano, almeno in parte, consolarsi pensando che milioni, in tutto il mondo, hanno pianto con loro al pensiero che quel figlio incredibile non c’è più».

E tocca a noi far sì che l’eredità di Alfie sia al sicuro, ha concluso Lord Alton. E lo sarà se la legislazione verrà modificata perché venga garantito ai genitori il diritto a mantenere in vita i figli. È proprio Lord Alton a spiegare che ha collaborato per mesi con i genitori di Charlie Gard, il piccolo, morto lo scorso luglio, in circostanze simili a quelle di Alfie. «Abbiamo lavorato a una “legge di Charlie”», spiega, «una proposta di modifica della legislazione che garantisca che i genitori possano avere l’ultima parola sulla vita dei figli. Spero che i genitori di Alfie la sosterranno».

A mandare «pensieri e preghiere» a Tom Evans e Kate James, dal suo account Twitter, è anche l’europarlamentare Steven Woolfe che sta portando avanti una «legge di Alfie» con obiettivi simili alla legge di Charlie. Ovvero garantire ai genitori un ruolo legislativo e aiuti finanziari quando entrano in conflitto con l’ospedale sul tipo di cure che dovrebbero ricevere i loro figli.