Mondo

Parigi. «Allah akbar» e uccide un passante

Daniele Zappalà, Parigi venerdì 3 gennaio 2020

In pochi istanti, nel verdeggiante parco suburbano, scene d’orrore e il sangue delle vittime di un aggressore scalzo pronto ad accoltellare all’impazzata, uccidendo un uomo e ferendo due donne. Venerdì pomeriggio, la Francia è ripiombata in un clima d’ansia, dopo la scorreria sanguinaria di un 22enne in gellaba, la tipica tunica maghrebina, entrato in azione da solo in un vasto giardino pubblico a Villejuif, nella banlieue Sud di Parigi, gridando «Allah akbar», secondo testimoni. Un giovane con «disturbi psichici», in possesso di «elementi legati alla religione» e mai schedato dall’antiterrorismo, si è poi appreso.

Non sono ancora le 14, quando la polizia riceve le prime chiamate dai testimoni nel Parc des Hautes Bruyères, polmone verde provinciale quasi alla frontiera con L’Hay-les-Roses. Brandendo un coltello, un giovane scalzo si scaglia all’impazzata contro i malcapitati incrociati sulla sua strada. Fra altalene ed orti pedagogici per bambini, sentieri per podisti e ciclisti, brughiere ricreate per il relax, calano lunghi minuti d’orrore. I passanti fuggono, alcuni schivando d’un soffio l’assalitore. Ma in tre vengono accoltellati. Muore un uomo, mentre una donna resterà in gravi condizioni. Ferite più lievi per l’altra ricoverata. Una volta uscito dal parco, l’assalitore ha puntato verso un frequentatissimo centro commerciale, forse il vero bersaglio finale della scorreria. Ma una pattuglia di polizia accorsa in pochi minuti lo ha incrociato prima, ai piedi di un cavalcavia autostradale.

L’assalitore rifiuta allora di gettare l’arma dopo i primi spari in aria degli agenti, che finiscono per lasciare a terra l’uomo ferendolo mortalmente con tre colpi. Sul posto, Laurent Nunez, viceministro dell’Interno, non ha evocato la pista terroristica, limitandosi ad elogiare la polizia. In serata, l’inchiesta restava in mano alla magistratura ordinaria e non al polo nazionale anti-terrorismo.