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Burkina Faso. «Con 57 euro possiamo salvare un bimbo denutrito e ospitare la madre»

Luca Geronico mercoledì 17 gennaio 2018

Madri del Burkina Faso con i figli in un ambulatorio specializzato per la denutrizione (Claudio Massarente)

Vuole essere un calcio alla fame e, allo stesso tempo, un decisivo aiuto alle madri del Burkina Faso la campagna di LVIA (14 - 27 gennaio) «Mangia, che diventi grande». Un modo concreto di contrastare la crisi alimentare “strutturale” dell’intera regione del Sahel iniziata negli anni 70 a causa dell’innalzamento della temperatura, dell’aumento della popolazione e del degrado del suolo e che, in Burkina Faso, provoca malnutrizione acuta a poco meno di 500mila bambini di età inferiore ai 5 anni. La lotta alla fame è, quindi, una assoluta priorità in un Paese che detiene il 14esimo tasso di mortalità infantile al mondo: una sfida decisiva per cui LVIA, Associazione Internazionale Volontari Laici (www.lvia.it) – fra i fondatori di Focsiv – dal 2012 è “scesa in campo”.

Dall’anno scorso l’intervento di LVIA si è concentrato nella provincia di Oudalan, nel Nord del Paese, dove si registra il 3,3% di malnutrizione acuta severa e il 15% di malnutrizione acuta generale con dei tassi molto superiori al resto della nazione: una difficile regione desertica in cui la presenza di milizie jihadiste ha pure ridotto la possibilità di movimento del personale sanitario. Con i fondi negoziati con l’Ue, circa 500mila euro, LVIA riesce a sostenere le spese per il personale e il programma sanitario mentre, spiega Marco Alban, rappresentante LVIA in Burkina Faso e Mali, «grazie ai fondi raccolti con la campagna vogliamo completare l’intervento raggiungendo i bambini denutriti nei loro villaggi e, quando necessario, procedere al ricovero per 10 giorni del minore con la madre nell’ospedale locale: un intervento decisivo per salvare fragili vite». Con l’equivalente di 57 euro si può, infatti, pagare il ricovero e il soggiorno alla madre. LVIA, oltre a fare delle periodiche visite nei villaggi per identificare la malnutrizione infantile con la misurazione del perimetro del braccio del bambino, mira alla formazione del personale sanitario locale e alla creazione di una rete di sostegno fra il villaggio, gli ambulatori e l’ospedale.

Una concreta possibilità di sottrarre alla fame una parte dei 500mila bambini denutriti, contribuendo al progressivo miglioramento della situazione: a maggio 2017 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato una diminuzione del 40% nel numero di minori che nel Paese soffrono di rachitismo e denutrizione. L’impegno di LVIA dal 2012 a fine 2017 nella Regione del Centre-Ouest del Burkina Faso ha già permesso di «salvare la vita ad almeno 12mila bambini» e dopo cinque anni in questa regione sarà possibile, superate l’emergenza, «passare a un programma di prevenzione della denutrizione coordinandosi con le autorità sanitarie regionali». Un vero calcio alla fame con l’obiettivo di sconfiggerla: un goal per cui con LVIA è sceso in campo anche Gianluigi Buffon, testimonial della campagna.