Mondo

Internet. Facebook cambia nome e punta sul metaverso

Paolo M. Alfieri venerdì 29 ottobre 2021

Il fondatore di Facebook, Mark Zuckemberg

Il metaverso sarà il successore di Internet mobile». Mark Zuckerberg, numero uno di Facebook, ha presentato così ieri alla conferenza annuale Connect quella che sarà la nuova frontiera della società da lui fondata, che cambierà nome prendendo il nome di “Meta”. Nel pieno della bufera delle ultime settimane legate a documenti scottanti e alle denunce di ex dipendenti, Zuckerberg ha annunciato la creazione di una piattaforma chiamata “Horizon”. La piattaforma costituirà una «profonda esperienza di presenza» che riguarderà diversi ambiti, dalla casa ai «viaggi virtuali» al lavoro.

Zuckerberg ha descritto il metaverso come un «ambiente virtuale» in cui sarà possibile entrare, invece di limitarsi a guardarlo su uno schermo. In sostanza, sarà un mondo di infinite comunità virtuali interconnesse in cui le persone possono incontrarsi, lavorare e giocare, utilizzando visori per realtà virtuale, occhiali per realtà aumentata, app per smartphone o altri dispositivi. Incorporerà anche altri aspetti della vita online come lo shopping e i social media, secondo Victoria Petrock, un’analista che segue le tecnologie emergenti: «È la prossima evoluzione della connettività in cui tutte queste cose iniziano a unirsi in un universo senza soluzione di continuità. Quindi, vivrai la tua vita virtuale nello stesso modo in cui oggi vivi la tua vita fisica». Nel metaverso sarà possibile andare a un concerto virtuale, fare un viaggio online e acquistare e provare abbigliamento digitale.

Il metaverso potrebbe anche essere un punto di svolta per lo smart working: invece di vedere i colleghi di lavoro su una griglia di videochiamate, i dipendenti potranno vedersi virtualmente. Ci si potrà muovere, attraverso avatar, tra mondi virtuali creati da aziende diverse: «Gran parte dell’esperienza nel metaverso riguarderà la possibilità di teletrasportarsi da un’esperienza all’altra», ha detto Zuckerberg, secondo cui «siamo all’inizio del prossimo capitolo di Internet e del prossimo capitolo della nostra società».