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MEDIORIENTE. Mediazione fallita Egitto sull'orlo del baratro

mercoledì 7 agosto 2013

In Egitto si è arrivati alle ore cruciali: il confronto tra i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi e le autorità provvisorie nominate dai militari è al punto di svolta. La mediazione  internazionale «è fallita», ha annunciato la presidenza, «il tempo del negoziato è finito». Ancora più minacciosa la posizione del governo: «La decisione di sgomberare le piazze è irreversibile. I dimostranti pro-Morsi devono lasciare le piazze, non verranno perseguiti», tuona il premier Hashem Beblawi.«Affronteremo le pallottole a torso nudo», è la reazione dei Fratelli musulmani, la principale forza presente sulle piazze divenute simbolo della protesta: Rabaa e Nahda. «Le nostre manifestazioni sono pacifiche», ha poi ribadito il portavoce, Hani Salaheddine. «Questo governo è illegittimo, i manifestanti saranno ancora più determinati», assicura un altro portavoce.Il clima è infiammato dalle accuse reciproche di uccisioni arbitrarie e torture, e basta una scintilla per far esplodere il confronto tra i sostenitori di Morsi e quelli del nuovo governo. Secondo osservatori qualificati al Cairo, «sembra profilarsi inevitabilmente uno scontro», se non un vero e proprio bagno di di sangue. Ci sono fazioni “oltranziste”, in particolare all'interno dei giovani di Tammarod, che vogliono «passare all'azione» contro i sostenitori di Morsi.I mediatori americani, europei e arabi arrivati al Cairo nel corso dell'ultima settimana hanno ribadito che il futuro dell'Egitto è decisivo per l'intera regione mediorientale, cercando, senza riuscirvi, di far sedere al tavolo del negoziato il governo ad interim e le formazioni politiche che si ispirano ai Fratelli musulmani e ai salafiti, altra importante componente della protesta. Anzi, nei commenti egiziani, dell'una e dell'altra parte, le proposte avanzate dai mediatori hanno ottenuto paradossalmente l'effetto opposto: i loro sforzi sono stati criticati e denunciati come interferenze. Il nuovo potere e i sostenitori di Morsi almeno su questo punto sono accomunati: l'Egitto è in grado di decidere da solo il proprio destino, che al momento appare davvero «sull'orlo dell'abisso», come ha detto alcuni giorni fa il senatore Usa Graham.Nella capitale tuttavia una parte consistente della popolazione sembra disinteressata allo scontro politico,affollando i negozi e le bancarelle di abiti, il regalo tradizionale che si fa soprattutto ai bambini per la festadell'Eid el Fitr, i quattro giorni di celebrazioni che iniziano con la fine del Ramadan. Diversa la situazione in altre aree del Paese, in Sinai in particolare, dove l'Esercito ha annunciato di aver ucciso «60 terroristi» nell'ultimo mese, ferendone altri 64, e di aver scoperto diversi tunnel clandestini per il traffico di armi. Ad Alessandria, nel nord, la notte scorsa è scoppiato uno scontro a fuoco tra militanti delle opposte fazioni, ha annunciato l'esercito precisando di essere intervenuto per riportare l'ordine. Il bilancio è stato di un morto e 46 feriti.