Mondo

MEDIO ORIENTE. Egitto, la tensione resta alta un giovane muore negli scontri

lunedì 26 novembre 2012
Dopo due giorni di tensioni e sotto la spinta della piazza, il presidente egiziano Mohamed Morsi apre alle opposizioni e ai giudici per tentare di ricucire la crisi aperta col suo decreto che rende le sue decisioni inappellabili e spunta le armi della magistratura. Morsi ha convocato il Consiglio della magistratura che aveva bollato il suo decreto come un "attacco senza precedenti".  Ma il clima rischia di peggiorare ulteriormente: domenica sera un ragazzo di 15 anni è morto e sessanta persone sono rimaste ferite in un assalto alla sede dei Fratelli Musulmani a Damanhour, nel delta del Nilo. Secondo fonti della sicurezza, il ragazzo è stato ucciso con una bastonata alla testa, mentre 25 persone sono rimaste ferite dal colpi d'arma da fuoco. Negli scontri tra sostenitori ed oppositori di Morsi non è stata coinvolta la polizia. Il giovane, che secondo i Fratelli si chiamava Islam Fathi Mohamed è il primo morto da quando sono cominciate le proteste contro quella che viene definita la 'svolta autoritarià del presidente.Con un comunicato, la presidenza ha fatto sapere di puntare al dialogo nazionale con tutte le forze politiche per superare questa fase ed arrivare "ad una intesa nazionale sulla costituzione", sottolineando la natura "temporanea" delle misure adottate con il provvedimento. Ma la piazza Tahrir non si è svuotata. Qualche centinaia di manifestanti ha proseguito il sit in cominciato sabato per chiedere la revoca del decreto, mentre per tutta la domenica sono continuati i tafferugli fra manifestanti, fra di loro molti ragazzini, e le forze dell'ordine. L'aria attorno alla piazza, in serata, era ancora irrespirabile per i lacrimogeni e si continuano a sentire le sirene delle ambulanze.