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NORD AFRICA IN FIAMME. Scontri in Egitto, 18 morti Fermato el-Baradei

  venerdì 28 gennaio 2011
Si allarga la protesta al Cairo. Secondo al-Jazira, circa 50mila manifestanti si sono raccolti nel quartiere di al Mahallah al Kubra, nel centro della capitale, nella zona della città vecchia. Migliaia di manifestanti si sono anche radunati vicino alla sede del governatore della provinciale di al-Mansura: la polizia è schierata nei pressi, ma finora non è intervenuta.Alcuni giovani hanno appiccato il fuoco alla sede del partito al potere, il Pnd del presidente Hosni Mubarak, nella città di Ismailia e in quella di Porto Said. Lo riferiscono fonti locali, riferendo anche che a Suez sono stati incendiati tre edifici pubblici mentre nel Sinai del nord è stato appiccato il fuoco al municipio.Dozzine di dimostranti hanno tentato di salire sui carri armati dell'esercito arrivati a Suez. Per respingerli, i militari hanno aperto il fuoco. Lo riferiscono testimoni. DICIOTTO MORTISono almeno diciotto i manifestanti morti nelle proteste e negli scontri esplosi oggi in Egitto, secondo un bilancio del sito di al-Masry al-Youm e secondo fonti mediche. Le vittime si concentrano al Cairo, a Suez e ad Alessandria e tra loro c'è anche una donna, morta nella capitale. Alle vittime di oggi si aggiungono i sette manifestanti morti da quando la protesta antigovernativa è esplosa in Egitto martedì. 400 ARRESTI SOLO AL CAIROSono 400 i manifestanti arrestati oggi dalle forze dell'ordine solo al Cairo. Lo riferiscono fonti della sicurezza.EL-BARADEI AGLI ARRESTI DOMICILIARILa polizia egiziana avrebbe imposto gli arresti domiciliari al leader dell'opposizione, Mohammed el- Baradei. Lo riferisce una fonte della sicurezza citata da al-Arabiya. Sono stati invece rilasciati i quattro reporter francesi arrestati nelle scorse ore al Cairo, mentre seguivano le proteste in corso contro il governo. È quanto ha rivelato una fonte al quotidiano Le Figaro.IL NUNZIO APOSTOLICO «Sicuramente proteste inedite e mai viste prima se guardiamo agli ultimi 30 anni di storia egiziana, anche se il governo insiste nel dire che non hanno nulla a che fare con quelle che in Tunisia hanno portato alla fine del governo di Ben Ali». Lo dice all'agenzia Misna monsignor Michael Louis Fitzgerald, nunzio apostolico in Egitto e missionario dei Padri bianchi. Profondo conoscitore del Paese, in cui riveste il suo incarico dal 2006, e delegato della Santa Sede presso la Lega Araba, Fitzgerald preferisce non commentare quanto sta avvenendo in queste ore per le strade del Cairo e delle altre grandi città egiziane. «Seguiamo con attenzione gli avvenimenti», dice, confermando che dalla zona di Zamalek, dove ha sede la nunziatura, un quartiere residenziale dall'altra parte del Nilo rispetto alla piazza Tahrir e ai palazzi delle istituzioni «la situazione appare tranquilla».FARNESINA PREOCCUPATA«L'Italia segue con attenzione e forte preoccupazione lo sviluppo degli eventi in Egitto». In una nota, la Farnesina esprime «profondo rammarico per le vittime civili ed invitiamo all'immediata cessazione di ogni tipo di violenza, al rispetto delle libertà civili, di espressione e comunicazione, incluso il diritto allo svolgimento di manifestazioni pacifiche». «La stabilità dell'Egitto è una priorità per noi e per l'intera regione - conclude la Farnesina -. L'Italia, amica e partner dell'Egitto, ritiene che tale stabilità  vada consolidata  attraverso il dialogo concreto e costruttivo tra le istituzioni e la società civile».OBAMA CONVOCA RIUNIONE ALLA CASA BIANCAIl presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha convocato una riunione alla Casa Bianca con i vertici della sicurezza nazionale sulla situazione in Egitto ed ha disposto ulteriori briefing nel corso della giornata. Alla riunione, durata circa 40 minuti, hanno preso parte tra gli altri il vicepresidente Joe Biden, Il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Tom Donilon, il consigliere per la lotta al terrorismo, John Brennan, ad altri funzionari dell'intelligence e della diplomazia Usa.Intanto, definendo l'Egitto «forte alleato» degli Stati Uniti, il segretario di Stato Hillary Clinton ha esortato il Cairo a coinvolgere il popolo egiziano nelle riforme. «Vogliamo continuare l'alleanza con il governo egiziano e il popolo egiziano. Quel che accadrà in Egitto dipende dagli egiziani», ha detto Clinton ai giornalisti. «Come alleato dell'Egitto sollecitiamo un freno alle forze di sicurezza, che non ci sia una rincorsa per imporre rigide misure che sarebbero violente e che ci sia un dialogo tra il governo e il popolo in Egitto».