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EGITTO. Il Cairo, scontri tra copti e salafiti: 11 morti e 150 feriti

lunedì 9 maggio 2011
Gruppi di salafiti e di copti si sono scontrati venerdì sera al Cairo ingaggiando una vera e propria battaglia attorno ad una chiesa cristiana che, secondo fonti mediche, ha lasciato sul terreno almeno undici morti e oltre 150 i feriti di cui sei gravi. Gli incidenti sono avvenuti nel quartiere periferico di Embaba attorno alla chiesa di Saint Mina. Secondo un responsabile della parrocchia, padre Hermina, i morti sarebbero tutti copti ma la notizia non è confermata. Non è ancora ben chiaro che cosa abbia innescato i disordini. Il ministro dell'interno Mansour el Essawi ha parlato in tv di un matrimonio contestato tra un musulmano e una cristiana. Diversi testimoni invece hanno riferito che centinaia di salafiti hanno circondato la chiesa dove a quanto sembra era stata rinchiusa una donna convertitasi all'Islam. È stato chiesto insistentemente che la donna fosse fatta uscire ma le guardie proposte alla sorveglianza del luogo di culto si sono rifiutate. Ne è seguito un alterco sempre più acceso che, secondo testimoni, è degenerato in una sparatoria arrestata solo da polizia e militari con i gas lacrimogeni.Il governatore della provincia di Giza ha detto che nei disordini vi sono stati un morto e 23 feriti. Il direttore del dipartimento provinciale per la sanità, Abdel Halim al Behairi, ha invece fornito all'agenzia ufficiale Mena un bilancio di cinque morti e 57 feriti. Gli incidenti dell'altra sera rappresentano una preoccupazione in più per le autorità egiziane che, dopo le proteste popolari che lo scorso febbraio hanno portato alla caduta del presidente Hosni Mubarak, stanno cercando di riportare il paese alla normalità. I rapporti tra musulmani e cristiani in Egitto hanno conosciuto momenti di gravi tensioni. La minoranza copta, che rappresenta il 10% degli 80 milioni di abitanti del Paese nord-africano, lamenta di essere discriminata per motivi religiosi. Uno dei motivi di maggiore attrito tra le due comunità, inoltre, sono le proprio conversioni di cristiani all'Islam. Le proteste anti-Mubarak dello scorso febbraio sembravano avere appianato le divergenze quando musulmani e cristiani si erano ritrovati fianco a fianco sulla piazza Tahrir, al Cairo, per chiedere al rais di lasciare il potere. Le contestazioni anti-regime avevano persino fatto dimenticare la strage di capodanno ad Alessandria d'Egitto, dove un'autobomba era esplosa tra il 31 dicembre e il 1 gennaio davanti ad una chiesa alla fine della messa di mezzanotte, provocando 23 morti. L'attentato era stato attribuito ad estremisti islamici.«L'Egitto è all'inizio di una grande guerra civile. E questo a causa dei piccoli gruppi di estremisti islamici che soffocano gli ideali della Rivoluzione dei gelsomini, fomentando la violenza in gran parte del Paese». È quanto afferma all'agenzia missionaria AsiaNews padre Rafic Greiche, capo ufficio stampa della Chiesa cattolica egiziana e portavoce delle sette denominazioni cattoliche. Il sacerdote, dopo gli scontri di sabato scorso tra copti e musulmani e dopo che l'esercito ha schierato migliaia di soldati per evitare nuove violenze, lancia un appello alla comunità internazionale perché sostenga il governo guidato dai militari e protegga tutti gli egiziani, cristiani e musulmani, dalle discriminazioni e dall'avvento di un regime fondamentalista islamico.«La situazione è molto critica - sottolinea -. Il governo dei militari è troppo debole e teme i gruppi estremisti islamici come i salafiti, che sono vogliosi di creare disordini e caos ovunque». Il sacerdote racconta che pure la Chiesa copta cattolica è in pericolo, anche se «per ora nessuna chiesa cattolica è stata attaccata». Però, subito dopo l'assalto alla chiesa di S. Mina di Imbada (periferia nord-est del Cairo) il sacerdote copto ortodosso della parrocchia ha trovato rifugio nella vicina chiesa cattolica risparmiata dagli attacchi dei salafiti. «Durante gli scontri - afferma padre Greiche - i salafiti si sono vendicati e hanno ucciso il nipote sedicenne del locale vescovo cattolico, sparandogli alla testa».