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DOPO IL VOTO AMERICANO. Economia: la sfida di Obama

da New York Loretta Bricchi Lee domenica 23 novembre 2008
I dettagli verranno perfezionati nelle prossime settimane, ma il Piano di ripresa economica che il presidente eletto Barack Obama ha commissionato al suo team di esperti ha già un obiettivo preciso. «Porterà 2 milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro entro il gennaio 2011», ha infatti annunciato ieri il futuro capo della Casa Bianca, durante un discorso radiofonico, spiegando che si tratterà di «uno sforzo biennale e a livello nazionale per innescare la creazione di posti di lavoro e gettare le fondamenta per un'economia forte e in grado di crescere». Chiaro, poi, è anche il modo in cui tali scopi verranno raggiunti. «Rimetteremo gli americani al lavoro per ricostruire strade e ponti dissestati, ammodernare le scuole e costruire parchi eolici e pannelli solari; auto verdi e tecnologie per energia alternativa che ci libereranno dalla dipendenza da petrolio straniero», ha previsto Obama, sottolineando che si tratta di «investimenti a lungo termine nel futuro economico americano, troppo a lungo ignorato» e non solo «passi per tirarci fuori dalla crisi immediata». Secondo il neo eletto presidente, infatti, «si deve fare di più per rimettere la gente al lavoro e far muovere l'economia» perché «come confermato dalle notizie di questa settimana, siamo di fronte a una crisi economica di proporzioni storiche». Come, del resto, ha ricordato Obama, «i mercati finanziari hanno avuto a che fare con ulteriore subbuglio; a ottobre, gli acquisti di nuove abitazioni hanno segnato il livello più basso degli ultimi 50 anni e, la scorsa settimana, si sono aggiunte 540mila nuove richieste di sussidio di disoccupazione, un numero mai visto in 18 anni». Non solo: «Ci sono milioni di genitori che passano le notti insonni a pensare se lo stipendio riuscirà a coprire le spese», ma anche «americani che si presentano al lavoro al mattino per essere licenziati a fine giornata; pensionati che vedono scomparire i propri risparmi di una vita e studenti che devono rinviare il sogno di andare all'università». Le prospettive, infatti, non sono positive e la «crisi " che è stata creata nel corso di molti anni " è probabilmente destinata a peggiorare prima di migliorare». «Rischiamo di cadere in una spirale deflazionaria che potrebbe aumentare ulteriormente il nostro enorme debito», ha ammesso il presidente eletto, ricordando che nonostante «quest'anno siano andati persi 1,2 milioni di posti di lavoro, la maggior parte degli esperti ritiene che potrebbero esserne persi milioni anche l'anno prossimo, a meno che non si agisca in modo veloce e imponente». Ecco perché Obama non ha perso tempo e, in attesa di insediarsi alla Casa Bianca, il prossimo 20 gennaio, ha dato al proprio gruppo di consiglieri economici il compito di creare «un piano di dimensioni adeguate a far fronte alla sfida in atto» che si appresta ad autorizzare appena inizierà il proprio mandato. Un primo assaggio, quindi, del «tipo di riforme che la nuova Amministrazione porterà a Washington " un governo che spenderà in modo saggio, si concentrerà su ciò che funziona e metterà gli interessi pubblici prima di quelli speciali che hanno dominato la politica americana». Un piano che " ha ammesso Obama " non sarà facile da far approvare e che necessita del sostegno bipartisan.