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Stato Islamico. La fatwa sui rapporti con le «schiave»

Barbara Uglietti mercoledì 30 dicembre 2015
Era tra i documenti trovati dalle Forze speciali americane a maggio durante il raid in Siria in cui è stato ucciso il leader del Daesh Abu Sayyaf. «Fatwa numero 64». La data: 29 gennaio 2015. È un testo in 15 punti che regola la «gestione » dei rapporti sessuali con le prigioniere. Gli uomini vengono qualificati come «proprietari» o «comproprietari»; le donne come «schiave». Il “prontuario” sarebbe stato redatto dai vertici religiosi del Daesh con un intento “educativo”: per contenere le violenze dei miliziani che da anni umiliano, stuprano, massacrano ragazze e bambine conquistate sul campo come bottino di guerra. Il risultato è un vergognoso codice del sadismo, che pretende di amministrare un orrore sistematico. La fatwa è dettagliatissima. Il linguaggio burocratico. Inizia con una domanda: «Alcuni fratelli hanno commesso violazioni in materia di trattamento delle schiave. Queste violazioni non sono consentite dalla sharia, perché le regole vanno aggiornate al nostro tempo. Ci sono indicazioni sull’argomento?». Ci sono. Elencate punto per punto, tra provvedimenti e divieti, come in un’ordinanza ministeriale. C’è la distribuzione delle “competenze” tra padri e figli in fatto di rapporti sessuali con le «proprietà»; ci sono le regole per vendere le donne; misure da considerare quando siano mamma e figlia, o sorelle; ci sono indicazioni precise sulle “modalità” sessuali consentite o proibite; su come e quando lo stupro sia lecito. Vietato, però, farle abortire. Gli ultimi punti raccomandano che gli “utilizzatori” delle schiave «mostrino compassione verso di loro», che sappiano «essere gentili». Sì, certo.  La fatwa arriva dopo quella contro i bimbi disabili emessa a metà dicembre. Dopo quella dei giorni scorsi che autorizza i jihadisti a «prendere impunemente gli organi degli apostati perché la loro vita non merita rispetto».  I leader religiosi musulmani condannano. Abdel Fattah Alawaru, presidente di Teologia islamica all’Università di al-Azhar del Cairo, ha precisato che il Daesh sta liberamente reinterpretando «norme che in origine dovevano mettere fine e non incoraggiare la schiavitù». Ma il Daesh è follia sorda. E numera ogni fatwa. Con allucinante progressione.