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Sudan. La Corte penale apre un'inchiesta sui crimini in Darfur

Redazione Esteri venerdì 14 luglio 2023

Sfollati sudanesi del Darfur in un campo di raccolta a Borota, oltre il confine del Ciad

La Corte penale internazionale (Cpi) ha avviato un’inchiesta sui crimini in Darfur, commessi in parallelo alle violenze che da aprile stanno dilaniando il Sudan, comprese segnalazioni di uccisioni, stupri, incendi dolosi, sfollamenti e crimini che colpiscono bambini. L’annuncio arriva dal procuratore Karim Khan.

L’esercito regolare e le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) si scontrano da metà aprile a Khartum e in altre zone. Più di 3 milioni di persone sono state sradicate, di cui più di 700.000 sono fuggite nei Paesi vicini. I pubblici ministeri della Cpi stanno «seguendo da vicino i rapporti di uccisioni extragiudiziali, incendi di case e mercati e saccheggi, ad Al Geneina, nel Darfur occidentale, nonché l’uccisione e lo sfollamento di civili nel Darfur settentrionale e in altre località del Darfur», afferma la Procura che ha sede all'Aja in Olanda.

Solo l'altro giorno, almeno 87 cadaveri, anche di persone di etnia masalit, sono stati trovati in una fossa comune nella regione sudanese del Darfur. Lo aveva denunciato l'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, aggiungendo di avere informazioni credibili sulla presunta responsabilità dei gruppi paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), i quali tuttavia hanno negato qualsiasi coinvolgimento.

Lo spargimento di sangue a sfondo etnico si è intensificato in Sudan nelle ultime settimane di pari passo con i combattimenti tra fazioni militari rivali scoppiati ad aprile. Secondo una nota dell'Onu che si riferisce ai fatti, testimoni e gruppi per i diritti umani hanno riferito di ondate di attacchi ad El Geneina da parte delle Rsf e delle milizie arabe contro i masalit e che la popolazione locale è stata costretta a smaltire i corpi, compresi quelli di donne e bambini, in una fossa poco profonda in un'area vicino alla città tra il 20 e il 21 giugno.