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Guida al voto. Da Indiana, Virginia e Florida i verdetti «decisivi»

dal nostro inviato a Washington Alberto Simoni martedì 4 novembre 2008
Occhio alla mappa elettorale. A come nel corso della serata (questa notte in Italia) si colorerà di rosso (repubblicano) o di blu (democratico). Il numero magico per diventare presidente è 270 voti elettorali. Da settimane i network tv Usa mostrano sullo schermo la cartina degli Stati Uniti (il Magic Wall, lo chiama la Cnn), e illustrano, alla luce dei sondaggi, gli scenari possibili. Mentre oggi milioni di statunitensi sono in coda per porre la scheda nell'urna, un'autostrada di combinazioni porta Barack Obama alla Casa Bianca. McCain ha solo un sentiero da percorrere. Obama è in testa o competitivo in 12 Stati che nel 2004 votarono per Bush. Nessuno Stato democratico invece sembra alla portata di McCain. Ad eccezione della Pennsylvania e forse del New Hampshire. Lo staff del candidato repubblicano e i sondaggisti sono concordi nel ritenere che l'unica possibilità per McCain di sbarcare alla Casa Bianca è conquistare i 21 grandi elettori del Keystone State. Vincere là gli consentirebbe di pareggiare i voti che potrebbe perdere in Virginia (13) e Iowa (7). A questo punto McCain avrebbe " guardando la mappa elettorale del 2004 " ancora un margine di 17 punti sul numero magico di 270 (Bush batté Kerry 286 a 252). Il problema per il senatore repubblicano è che Nevada, Colorado e New Mexico (19 voti sommati) pendono pesantemente dalla parte di Obama. E persino il Missouri (11 voti) è a rischio. Immaginare di fare filotto e tenere nella casella del Grand old party (Gop) tutti i «possedimenti» del 2004 è impossibile. McCain può permettersi il lusso di lasciare qualche Stato al rivale, a condizione di vincere la Pennsylvania e mantenere nella cassaforte repubblicana almeno uno fra New Mexico e Nevada, quest'ultimo più probabile. Oltre che Ohio, Missouri, Indiana e Nord Carolina. Altre vie non ne esistono. Impossibile fare previsioni. Il Washington Post ha scritto che non sarà una lunga notte perché la partita sarà chiusa già nel «prime time» televisivo. E alcuni network si stanno organizzando per tenere i riflettori accesi sulle corse minori (Congresso e governatori). Una prima indicazione potrà arrivare dall'Indiana dove i seggi chiuderanno alle 5 (la mezzanotte in Italia). L'Indiana non elegge un democratico dal 1964 e nel 2004 Kerry perse per 20 punti. Ma nelle ultime settimane Obama avrebbe messo in difficoltà McCain. «Se Obama vince " ha spiegato Doug Schoen, consulente democratico " le elezioni sono decise. Ma anche se perderà di due o tre punti significherebbe che l'ondata blu arriverà in molti Stati rossi. Certo è che se McCain riuscisse a stare avanti di 4-5 punti, bisognerebbe aspettare altri test». La prova del nove è alle 1 italiane quando chiuderanno i seggi in Virginia e Florida. Se la Virginia non volterà le spalle a McCain (nonostante i sondaggi dicano il contrario) e la Florida si confermerà repubblicana allora prepariamoci alla nottata. E gli occhi andranno sull'Ohio e poi sul «big prize», la Pennsylvania. A quel punto la rimonta del vecchio John potrebbe anche essere possibile. Anche se il sentiero è irto. E il repubblicano non può fare nessun passo falso, un lusso che invece può permettersi Barack Obama. La sua via per la Casa Bianca è un'autostrada.