Mondo

Londra. Il governo britannico: «Persecuzione dei cristiani, quasi un genocidio»

Silvia Guzzetti, Londra sabato 4 maggio 2019

E' quasi "un genocidio" la persecuzione dei cristiani nel mondo. Questa la conclusione di un rapporto curato dal governo britannico e anticipato, in alcune parti, dal ministro degli Esteri di Theresa May, Jeremy Hunt, durante la sua ultima visita in Etiopia.
Secondo lo studio, che è stata affidato al vescovo anglicano di Truro, Philip Mountstephen, e verrà pubblicato integralmente durante l'estate, i seguaci del Vangelo sono il gruppo religioso meno tollerato in tutto il mondo. In Palestina i cristiani sono, ormai, soltanto l'1,5% della popolazione mentre in Iraq sono passati da 1,5 milioni prima del 2013 a meno di 120.000.
Parlando ad Addis Abeba il ministro Hunt ha dato la colpa al "politicamente corretto" di questa situazione dicendo che poiché il cristianesimo è stato associato alla colonizzazione "molti si vergognano a difendere oggi i cristiani senza accorgersi che si tratta di alcune delle persone più povere del pianeta".
"Penso non soltanto a questo rapporto ma anche a quello che è successo in Sri Lanka la domenica di Pasqua che ha svegliato tutti con un enorme choc", ha detto Jeremy Hunt.
"Il problema non è soltanto la diffusione geografica della persecuzione dei cristiani ma anche la sua intensità che è aumentata", ha scritto il vescovo Mountstephen nel rapporto, "In alcune regioni il livello e la natura delle persecuzioni si avvicina alla definizione internazionale di genocidio secondo i criteri adottati dalle Nazioni Unite".
"L'impatto principale di tali atti di genocidio nei confronti dei cristiani è l'esodo", dice ancora il vescovo, "Il cristianesimo, in questo momento, rischia di essere completamente eliminato da alcune parti del Medio Oriente dove si trovano le sue più profonde radici". Presentando il rapporto il ministro Hunt ha lanciato un appello perché i politici non abbiamo paura di prendere posizione su questa situazione.