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Covid. L'Africa rifiuta i vaccini in scadenza e chiede anche frigoriferi e siringhe

Matteo Fraschini Koffi, Dakar (Senegal) sabato 15 gennaio 2022

Sono milioni le dosi di vaccini rifiutate o distrutte dagli Stati africani, da metà dicembre, per contrastare la pandemia di coronavirus. C’è chi ha usato le ruspe o organizzato dei falò per dimostrare l’impossibilità di utilizzare vaccini troppo vicini alla data di scadenza.

Si tratta però anche di un chiaro messaggio di disapprovazione da parte dell’Africa verso i Paesi più ricchi. «Abbiamo deciso di non ricevere più vaccini che hanno solo alcune settimane di vita – ha detto Faisal Shuaib, capo in Nigeria dell’Agenzia per lo sviluppo della salute nazionale di base (Nphcda) –. L’organizzazione per distribuirli in tutta fretta ha ulteriormente stremato le nostre strutture sanitarie».

Secondo i dati dell’Unicef, circa «100 milioni di dosi sono state rifiutate nell’ultimo mese dai Paesi più poveri», gran parte dei quali si trova in Africa. I vaccini sono stati inviati nel continente nero soprattutto attraverso il programma Covax promosso dall’organizzazione Gavi, a cui partecipa anche la fondazione Bill & Melinda Gates. «Su oltre 200 milioni di nigeriani, solo il 2% è stato vaccinato – riferisce il ministero della Salute nigeriano –. Abbiamo ancora 30 milioni di dosi da distribuire». La stampa nigeriana aveva filmato la discarica dove le ruspe avevano sotterrato circa un milione di vaccini. Il Malawi ha invece deciso di bruciare 20mila dosi mentre il Sud Sudan ne ha distrutte 60mila e ne ha rispedite indietro 72mila. In seguito, la Repubblica democratica del Congo (Rdc) ha iniziato a rifiutare l’offerta dei vaccini prima ancora che atterrassero nel Paese.

«D’ora in avanti faremo più attenzione ai dati relativi alla scadenza e alla conservazione dei vaccini anti-covid – hanno commentato diversi funzionari africani –. Le dosi dovranno avere oltre due mesi e mezzo di efficacia e i governi dovranno essere avvisati almeno un mese prima della spedizione». Inoltre sarà necessario che i vaccini vengano spediti insieme con altro materiale medico come siringhe e frigoriferi. Il Senegal, dove nelle ultime due settimane da neanche un caso di Covid se ne sono raggiunti oltre 500 al giorno, ha infatti appena ricevuto dal Giappone, attraverso la collaborazione dell’Unicef, 270 frigoriferi.

Sono comunque ancora pochi i cittadini africani che accettano di farsi vaccinare. Nei casi più estremi c’è chi fugge dal Paese per evitare la vaccinazione. «Abbiamo ricevuto almeno 120 persone dal vicino Ruanda – ha confermato questa settimana alla stampa Idée Bakalu, leader tradizionale nell’area di Bukavu, cittadina nel nord-est della Rdc –. Dicono che stanno fuggendo perché in Ruanda è obbligatorio vaccinarsi». Ci sono anche occidentali che non tornano in alcuni Stati africani dove per entrare è necessaria la vaccinazione, come in Togo che, insieme al Gambia, è stato l’unico Paese africano ad aver usato tutte le dosi in tempo.

L’attuale quadro complessivo della pandemia in Africa resta comunque complicato. «322 milioni di vaccini sono stati somministrati nel continente africano – afferma Statista, una società tedesca di statistica –. Egitto e Marocco sono i Paesi dove le campagne di vaccinazioni hanno avuto più successo». La nuova variante Omicron sta inoltre causando un aumento dei contagi, per questo le autorità sanitarie africane, pur evitando il panico, sanno di non poter abbassare ancora la guardia. La situazione peggiore è in Sudafrica con 3,5 milioni di casi e 92mila decessi dall’inizio della pandemia. «Con la quarta ondata di Covid-19 alimentata da nuove varianti a novembre – ha commentato il Cdc-Africa –, il Paese è comunque riuscito a gestire molto meglio quest’ultima fase della crisi».