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La protesta. Campane delle chiese e vuvuzela perché torni la democrazia in Congo

Redazione Esteri martedì 12 dicembre 2017

Le proteste di un anno fa a Kinshasa prima dell'accordo di San Silvestro per l'abbandono del potere da parte di Kabila

Suonare le campane per chiedere l’applicazione dell’Accordo di San Silvestro. È l’iniziativa presa dell’associazione dei decani dei parroci dell’Arcidiocesi di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, all’avvicinarsi dell’anniversario dell’intesa firmata il 31 dicembre 2016. Gli accordi raggiunti – spiega l’agenzia Fides - con la mediazione dei vescovi congolesi, sono volti a superare lo stallo politico-istituzionale dopo non si erano tenute le elezioni presidenziali nonostante la scadenza naturale del secondo e ultimo mandato del presidente Joseph Kabila, il 20 dicembre 2016.

Gli Accordi di San Silvestro prevedevano la creazione di un governo di unità nazionale incaricato di preparare le elezioni presidenziali entro il 2017. Nel frattempo Kabila sarebbe rimasto presidente ad interim. L’esecutivo nato nel maggio 2017 non include però una parte importante dell’opposizione, mentre il 5 novembre la Commissione Nazionale Elettorale Indipendente (Ceni) ha annunciato che le elezioni presidenziali, legislative, provinciali e locali si terranno il 23 dicembre 2018. Ciò permette a Kabila di rimanere al potere ancora per almeno un anno.

L’iniziativa dei parroci vuole rispondere alla richiesta dei vescovi congolesi, che a fine novembre avevano lanciato un appello al rispetto degli Accordi di San Silvestro. I Vescovi prendendo atto della nuova data delle elezioni, avevano affermato di“essere profondamente delusi di ritrovarsi nello stesso contesto di tensioni della fine del 2016 e avevano avvertito che “il popolo non tollererà che questo si ripeta nel 2018”. La Conferenza Episcopale congolese (Cenco) ha ribadito l’esigenza di applicare le intese e ha chiesto la tenuta di elezioni credibili e trasparenti in un tempo ragionevole.
In un messaggio inviato alle parrocchie si raccomanda che dal 7 dicembre, ogni giorno, al termine della Messa del mattino, si reciti la preghiera per la nazione, preceduta dalle lettura di un estratto del messaggio della Cenco pubblicato a novembre. Si raccomanda inoltre, a partire dal 14 dicembre, di suonare le campane ogni giovedì alle 21 per 15 minuti, invitando i fedeli ad accompagnare il suono delle campane suonando nelle strade claxon, fischietti e vuvuzela e battendo pentole.

Il Comitato di coordinamento dei laici (Clc) ha sua volta lanciato un ultimatum al presidente Kabila che espirerà il 15 dicembre, ingiungendolo a dichiarare pubblicamente che non sarà candidato alla propria successione e di applicare le intese di San Silvestro. La situazione nel Paese, soprattutto nell’Est, dove è avvenuto recentemente il massacro di 16 caschi blu dell’Onu, resta tesa. Come non si ferma l’emergenza umanitaria nella regione del Kasai. L'Unicef ha lanciato oggi l'allarme sulla situazione di "400.000 bambini gravemente malnutriti che rischiano di morire" nella regione centrale del Kasai, dilaniata da violenze dal settembre 2016. "Almeno 400.000 bambini come meno di cinque anni nella regione Kasai della Repubblica Democratica del Congo soffrono di grave malnutrizione acuta e potrebbero morire nel 2018 se non saranno assistiti con interventi sanitari e nutrizionali - si legge in un comunicato dell'Unicef - più di 750.000 bambini nella regione soffrono di malnutrizione acuta. La situazione disastrosa è stata in gran parte causata da violenze, da sfollamenti di massa e dalla riduzione della produzione agricola negli ultimi 18 mesi".