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STRAGE NEGLI USA. «Rivedete la legge sulle armi»

sabato 15 dicembre 2012
Non appena si è diffusa la notizia della sparatoria a Newtown, un gruppo di manifestanti è tornato a riunirsi davanti alla Casa Bianca per chiedere un maggiore controllo sull'accesso alle armi negli Stati Uniti. Tra loro anche Linda Finkel-Talvadkar, che ogni lunedì dalla strage in Colorado (un uomo è entrato in un cinema ad Aurora e ha aperto il fuoco uccidendo 12 persone, ndr ) manifesta a Washington, sulla Pennsylvania Avenue, per chiedere una legislazione più rigida sulle armi da fuoco. «Credo che esprimere la necessità di un regolamento sulle armi sia lavorare a nome delle famiglie che oggi hanno perso i loro cari - ha dichiarato la donna -. Non possiamo lasciare che questo continui».Con lei un centinaio di persone, tra cui famiglie con bambini piccoli e insegnanti. Barbara Elsas, maestra della scuola materna che da 27 settimane manifesta con Finkel-Talvadkar si è detta frustrata per la mancanza totale di passi avanti su questo terreno. «Succedono cose orribili, andiamo in strada, sfiliamo con le candele, cantiamo, poi ciascuno torna a casa», ha detto, lamentando la mancanza di azioni politiche.
"Oggi è il giorno" si leggeva sui cartelli che i manifestanti esibivano a Washington, con riferimento alla necessità di avviare immediatamente un dibattito sulle armi. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, pur sottolineando la necessità che questo avvenga, ha detto commentando il massacro di non credere «che questo possa essere oggi».
Nella notte, gli abitanti di Newton si sono riuniti in preghiera. Centinaia di persone si sono raccolte nella chiesa "St Rose of Lime", per pregare in ricordo delle vittime del massacro, la gran parte bambini. La chiesa era talmente affollata che molte persone hanno dovuto sostare all'esterno, sul sagrato del tempio distante poco più di un chilometro dalla scuola elementare Sandy Hook.Messaggi di cordoglioI messaggi di cordoglio e gli appelli a discutere finalmente di controllo delle armi si sono moltiplicati negli Stati Uniti dopo la notizia del massacro di Newtown: dal governatore di New York Andrew Cuomo, che si è detto «scioccato e addolorato» e che ha chiesto che la società unita «combatta la diffusione delle armi» al sindaco di New York Michael Bloomberg, che ha parlato della necessità di «un'azione immediata», aNancy Pelosi, leader dei Democratici alla Camera dei Rappresentanti, per la quale «non ci sono parole in grado di consolare i genitori dei bambini assassinati alla Sandy Hook», tutti hanno espresso il loro sgomento e dolore per la strage.
Mark Kelly, marito di Gabrielle Giffords, la ex parlamentare gravemente ferita da un uomo armato a Tucson nel 2011, è intervenuto su Facebook: «I bambini della scuola elementare Sandy Hook e tutte le vittime della violenza delle armi meritano leader che abbiano il coraggio di prendere parte ad un dibattito significativo sulle leggi sulle armi, su come possano essere riformate e meglio attuate per impedire la violenza e le morti in America».
Il governatore del Colorado John Hickenlooper, nel cui stato ci sono state sia la strage della High School di Columbine, nel 1999 sia la sparatoria di Aurora quest'anno, ha espresso appoggio e cordoglio: «Sappiamo fin troppo bene quale impatto questo tipo di violenza produca su una comunità e sulla nostra nazione. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle famiglie delle persone uccise. Possiamo fornire il nostro appoggio, ma sappiamo che il dolore resterà per sempre».
Un messaggio di cordoglio è stato fatto pervenire ieri dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, al governatore del Connecticut, Dan Malloy. Attaccare i bambini è «aberrante ed impensabile», ha dichiarato Ban, che ha espresso cordoglio alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono rimasti «traumatizzati da questo terribile crimine».