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Trattative in fase avanzata. La Colombia vede la pace all'orizzonte

Lucia Capuzzi venerdì 1 gennaio 2016
“La gioia di questo giorno illumini gli sforzi del popolo colombiano perché, animato dalla speranza, continui con impegno a perseguire l’agognata pace”. Tre giorni dopo l’appello di papa Francesco, pronunciato nel discorso Urbi et Orbi di Natale, si è aggiunta un’altra tessera nel puzzle della pace in Colombia. Il secondo principale gruppo guerrigliero, l’Ejercito de Liberación Nacional (Eln), ha annunciato di aver terminato i “colloqui esplorativi segreti” con il governo e di aver raggiunto un’agenda per le trattative. Nel corso di quest’anno, il negoziato sarà pubblico e conterà sulla mediazione della Chiesa locale. Al contempo, Bogotà sta concludendo “l’altra trattativa”, in corso da tre anni all’Avana: quella con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Il quarto e più controverso dei cinque punti in discussione, l’accordo sulla giustizia per i combattenti responsabili di crimini contro l’umanità, è stato risolto il 15 dicembre scorso. Ormai, mancano solo i dettagli tecnici sul disarmo. Ci sono, dunque, forti probabilità che le parti possano firmare la pace entro il termine – fissato a settembre – del prossimo 23 marzo, mettendo fine a 52 anni di guerra. In controtendenza con uno scenario mondiale da “Terza guerra mondiale a pezzi”, l’America Latina prova a chiudere i conti almeno con i suoi conflitti più antichi. Quelli nati nella Guerra Fredda e sopravvissuti al crollo del Muro di Berlino. La Colombia, dunque. Ma anche il braccio di ferro tra Cuba e Usa. Dopo lo storico annuncio del ristabilimento delle relazioni diplomatiche, il 17 dicembre 2014, i due Paesi hanno compiuto un progressivo riavvicinamento. Per sciogliere entrambi gli empasse, è stata determinante la “diplomazia del dialogo” di papa Francesco. Un ruolo discreto, compiuto quasi in sordina, che pure ha prodotto risultati impensabili. Sono stati i presidenti Usa e cubano, Barack Obama e Raúl Castro, a riconoscerlo pubblicamente, quel 17 dicembre. Proprio dalla capitale cubana, Francesco ha rivolto un forte appello per la pace in Colombia. Tre giorni dopo, il 23 settembre, c’è stata la stretta di mano tra il presidente Santos e il leader delle Farc Timochenko. E l’annuncio della firma dell’accordo entro sei mesi. Un traguardo molto a cuore al Pontefice, come ha detto nel colloquio con Santos. A conferma di ciò, il presidente della Conferenza episcopale colombiana, monsignor Luis Castro Quiroga, ha ventilato l’ipotesi di una visita di Francesco nel Paese. Una data – secondo quanto riporta Il Sismografo – potrebbe essere definita il 23 gennaio, il vescovo sarà ricevuto in udienza dal Pontefice.