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EX BIRMANIA AL BIVIO. Clinton apre al Myanmar Ma chiede «più riforme»

Stefano Vecchia venerdì 2 dicembre 2011

Ieri la prima giornata di Hillary Clinton in Myanmar è stata caratterizzata da un’apertura di credito condizionata verso il governo birmano, da un ampio sostegno verso Aung San Suu Kyi e dalle prime mosse concrete per affermare il rinnovato interesse degli Stati Uniti verso il Myanmar.Il Segretario di Stato Usa, il primo alto rappresentante statunitense a visitare il Paese negli ultimi 56 anni, che ieri ha incontrato il presidente Thein Sein, nell’asettica capitale Naypiydaw ha portato con sé due messaggi del presidente Obama. Il primo destinato appunto alla nuova leadership birmana in carica dalla scorsa primavera, dove si conferma l’interesse a riconoscere «una nuova era» nel Paese e la volontà di «esplorare come gli Stati Uniti possono appoggiare e fare progredire i vostri sforzi verso la transizione verso la democrazia, e promuovere il rispetto dei diritti umani». Il secondo per la leader riconosciuta del movimento democratico birmano in Myanmar, Aung San Suu Kyi, con la conferma dell’appoggio statunitense alla sua causa.Nella conferenza stampa seguita agli incontri ufficiali di ieri, la Clinton ha definito «incoraggianti» le recenti riforme, ma anche di non prevedere per ora alcun alleggerimento o sospensione delle sanzioni imposte contro l’ex regime militare finché dai cambiamenti in corso non usciranno risultati concreti, come ad esempio la liberazione dei detenuti politici. La Clinton ha anche chiesto alle autorità birmane, come significativo gesto di avvicinamento, di interrompere i rapporti con la Corea del Nord. Rapporti commerciali, ma anche traffici di armi, per altro proibiti tra due Paesi sottoposti a embargo, e di tecnologia, secondo molte fonti anche nucleare.Alla Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, Obama ha fatto sapere di appoggiare pienamente la sua legittimità come icona dell’opposizione democratica ed espresso la sua ammirazione per la «coraggiosa e ferma battaglia» della leader della Lega nazionale per la democrazia.

Previsto nella serata di ieri nella residenza del capo della missione diplomatica Usa in Myanmar, l’atteso incontro tra «la Signora», come i suoi sostenitori la definiscono affettuosamente, e Hillary Clinton. Un incontro preceduto in passato da diverse telefonate ma per la prima volta di persona. Questa mattina la responsabile della diplomazia Usa visiterà Aung San Suu Kyi nella sua casa di Yangon, che ha fatto da sfondo ai lunghi periodi di arresti domiciliari dal 1990 e fino alla liberazione definitiva il 13 novembre 2010.