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Cina. La svolta di Shenzhen: più ferie per tutti

Redazione Internet mercoledì 11 novembre 2020

Una veduta del Business District di Shenzhen nella Cina meridionale

Lavorare stanca, più ferie per tutti. Sembrano averlo capito anche a Shenzhen, distretto tecnologico della Cina meridionale nelle cui aziende non si "stacca" mai. Per contrastare il fenomeno del burnout, l'esaurimento psico-fisico da eccesso di lavoro, dal 2021 si dovrà "applicare rigorosamente" la norma sulle ferie retribuite: lo ha stabilito il regolamento recentemente approvato dal comitato cittadino per il lavoro.

Il periodo di ferie obbligatorie in Cina varia attorno ai cinque giorni (sì, cinque) dopo un anno di lavoro. E per quanto sia previsto dalla legge, si tratta di un obbligo spesso disatteso. In particolare, nel settore tecnologico vige la mentalità del cosiddetto "996", ovvero: lavorare dalle 9 del mattino alle 9 della sera per 6 giorni la settimana.

Il capo della holding Alibaba, Jack Ma, l'anno scorso elogiò pubblicamente, in un post, la mentalità del 996 definendola una "enorme benedizione". Salvo poi fare marcia indietro dopo il polverone sollevato.

A Shenzhen, dove hanno sede giganti della tecnologia del calibro di Huawei, Tencent e Sz Dji Technology, il "996" è dominante. Ma già lo scorso giugno le autorità avevano anticipato che il nuovo regolamento su salute e lavoro avrebbe rappresentato un modello per l'intera Cina.

Il provvedimento non specifica quanti debbano essere i giorni di ferie pagate. Introduce però il diritto dei dipendenti a momenti di "tempo libero" in occasione del Capodanno lunare e delle Settimane di vacanza nazionale di ottobre.