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Cina. Coronavirus, 106 vittime. Trump offre aiuto a Pechino. E l'Oms: rischio alto

Redazione Internet martedì 28 gennaio 2020

Personale medico al lavoro su un caso sospetto di coronavirus

Si allarga l'epidemia di polmonite da nuovo coronavirus 2019-nCov in Cina. Secondo i dati più aggiornati, i casi confermati sono oltre 4mila e le vittime accertate 106, tutte in Cina. In Giappone si è ammalata una persona che non è mai stata a Wuhan, la metropoli dell'Hubei da dove è partita l'epidemia. Quanto all'Europa, dopo i 3 casi in Francia anche la Germania conferma un ammalato da nuovo coronavirus, in Baviera: l'uomo, un imprenditore, sarebbe stato contagiato da un ospite arrivato dalla Cina. Mentre in Italia si conducono accertamenti su una donna, proveniente dalla provincia cinese dell'Hubei, ricoverata a Pistoia con sintomi compatibili con quelli della polmonite "cinese".

Si allunga intanto l'elenco dei Paesi che predispongono piani di evacuazione dei propri cittadini dalla zona di Wuhan. Oltre agli Stati Uniti (un volo charter è previsto per martedì), anche Giappone, Corea del Sud e Marocco. Germania e Francia stanno valutando l'opzione, mentre la Farnesina «sta predisponendo una serie di ipotesi, via terra e via aerea» per evacuare i connazionali.

Il presidente degli Usa, Donald Trump, tendendo la mano a Pechino, ieri ha twittato: «Siamo in strettissima comunicazione con la Cina sul virus. In Usa sono stati riportati pochissimi casi ma vigiliamo fortemente. Abbiamo offerto alla Cina e al presidente Xi qualsiasi aiuto possa essere necessario. I nostri esperti sono straordinari!».

La valutazione dell'Organizzazione mondiale della sanità sul rischio legato al coronavirus è «molto alto in Cina, alto a livello regionale e alto a livello globale». È quanto emerge dall'ultimo report di domenica. L'Oms rimarca che la valutazione «non è cambiata» rispetto alla precedente, condotta il 22 gennaio, ma segnala che nei rapporti del 23, 24 e 25 gennaio è stato «sintetizzato erroneamente il rischio a livello globale come moderato».

Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato ieri la sua partenza per la Cina. Incontrerà i rappresentanti del governo egli esperti sanitari locali a sostegno degli sforzi per contenere della diffusione dell'epidemia. In questa occasione la delegazione dell'Oms sarà aggiornata sugli ultimi sviluppi sull'epidemia.

La Cina si ferma, le scuole restano chiuse

La Cina si mobilita per contenere l'epidemia dell'infezione da nuovo coronavirus e si ferma. Le autorità hanno deciso di prolungare le vacanze per il Capodanno lunare e di rinviare l'apertura delle scuole, mentre vari enti locali hanno adottato restrizioni sui trasporti.

La settimana di ferie per il Capodanno - noto come Festival di Primavera -, che avrebbe dovuto concludersi giovedì 30 gennaio, è stata estesa fino a domenica 2 febbraio. Secondo l'Ufficio Generale del Consiglio di Stato, il governo cinese, l'apertura del semestre primaverile nelle università, nelle scuole primarie e medie e negli asili di tutto il Paese sarà rinviata fino a nuovo avviso.

Oltre alla temporanea chiusura di alcuni luoghi pubblici come siti e attrazioni turistiche, musei e cinema e alla cancellazione di una serie di eventi di massa, varie restrizioni ai trasporti sono state imposte in diverse aree della Cina, all'apice della stagione turistica per il Capodanno.

La città portuale settentrionale di Tianjin, le province orientali dello Zhejiang e del Anhui e la città sud-occidentale di Chongqing ieri hanno interrotto i servizi di collegamento interprovinciale su strada per i passeggeri. In precedenza, la città di Shanghai e la provincia del Qinghai avevano già fermato i servizi di trasporto su strada.

Pechino ha inoltre avviato il controllo della febbre dei passeggeri in 55 stazioni della metropolitana, comprese quelle di collegamento con le stazioni ferroviarie e l'aeroporto internazionale di Pechino Capitale. I viaggiatori con alterazioni della temperatura corporea saranno trasferiti in ospedale.