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Il futuro di Charlie Hebdo. I sopravvissuti: «Il giornale non morirà»

Annalisa Guglielmino venerdì 9 gennaio 2015
Charb diceva sempre che «il giornale deve uscire a tutti i costi». Perciò oggi i giornalisti di Charlie Hebdo  hanno svolto la loro riunione di redazione nella sede di Liberation, che ha offerto loro ospitalità. Lo riferisce il sito di Le Monde: dopo il massacro del 7 gennaio in cui hanno perso la vita il direttore Stéphane "Charb" Charbonnier e alcuni fra i principali vignettisti del settimanale satirico, la redazione è ora composta da una trentina di giornalisti ancora sotto choc per quanto accaduto. Sul sito del periodico, intanto, è apparsa l’immagine, su sfondo nero, di una mano che impugna e innalza una matita, con la scritta: «Il giornale dei sopravvissuti». «La poca energia che ci rimane, la mettiamo nelle otto pagine del prossimo numero»: sono le parole affidate dai redattori al legale del giornale, Richard Malka. Mercoledì prossimo la rivista sarà regolarmente in edicola e con una tiratura aumentata a un milione di copie dalle abituali centomila. «È il modo dei sopravvissuti di rendere omaggio a quelli che non ci sono più. È il nostro modo di dire che non ci hanno uccisi, che siamo ancora in piedi, vivi, che non ce l'hanno fatta», aggiunge l'avvocato. Il prossimo numero sarà un'edizione ridotta, di sole otto pagine. I contenuti saranno realizzati unicamente dal piccolo gruppo di superstiti dell'attacco, ma la produzione beneficerà dell'aiuto logistico di numerosi attori della stampa d'Oltralpe. I redattori sono rimasti senza una matita, senza un pc. «Non abbiamo più una sede, non abbiamo più niente. Ma per fortuna la solidarietà si mobilita - ha detto ancora Malka -. E grazie a questa solidarietà le cose diventano possibili e la speranza, quella, la possiamo mantenere in un angolo del nostro cuore, che non è ancora totalmente morto». I gruppi di radio e tv pubblica francese, Radio France e France Television, e Le Monde, sono stati i primi a offrire il loro aiuto. È stata poi la volta del quotidiano Liberation, che ha offerto di ospitare il lavoro della redazione nei suoi locali, fino a quando la sede dove è avvenuta la sparatoria resterà sigillata dalla polizia. Dall'Unione degli editori di giornali e da Google è arrivato un aiuto economico: contribuiranno ai costi di produzione del prossimo numero della rivista satirica con 250mila euro ciascuno, presi da fondi per lo sviluppo della stampa e l'innovazione digitale. Il gruppo di distribuzione PressTalis, infine, ha deciso di rinunciare a tutte le commissioni sulla diffusione delle copie di Charlie Hebdo. Il ministro francese della Cultura, Fleur Pellerin, ha annunciato stasera che ha intenzione di «sbloccare d’urgenza» circa un milione di euro per assicurare la sopravvivenza del periodico. E da tutto il mondo arrivano messaggi di solidarietà che vanno in un'unica direzione: Charlie Hebdo non deve morire.