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Dalla cella alla presidenza: un lungo cammino verso la libertà

venerdì 6 dicembre 2013
Con Nelson Mandela, scompare oggi uno dei più grandi protagonisti del XX secolo. Nato Rolihlahla Mandela il 18 luglio 1918 a Mvezo, villaggio nella povera regione orientale del Capo, Nelson rimase ben presto orfano di padre, morto di tubercolosi quando lui aveva solo 9 anni. Fu la sua insegnante alle elementari a chiamarlo Nelson.Dopo gli studi universitari, segnati tra l'altro dall'espulsione dall'Università di Fort Hare per aver partecipato a una protesta studentesca, Madiba, come veniva affettuosamente chiamato in onore della sua tribù, lasciò il villaggio d'origine, sotto la minaccia di un matrimonio combinato, e si stabilì nel 1941 a Johannesburg, dove lavorò come funzionario della sicurezza per una miniera.Parallelamente si faceva strada in lui la passione per la politica, che si concretizzò nel 1944 con l'adesione all'African National Congress (Anc). Un impegno crescente che lo portò, poco dopo, a co-fondare la Lega giovanile del partito. Nel frattempo si era sposato con Evelyn Mase dalla quale ebbe quattro figli, due maschi e due femmine, di cui una però morì in tenera età. Diventato avvocato, nel 1952 aprì con il collega Oliver Tambo il primo studio "nero" di Johannesburg: insieme, i due si impegnarono attivamente contro il regime segregazionista dell'apartheid. Nel 1956 arrivò il primo arresto con l'incriminazione, insieme ad altri 155 attivisti, per alto tradimento, accusa dalla quale venne successivamente assolto ma solo al termine di un lungo processo conclusosi cinque anni più tardi. Intanto Madiba, ottenuto il divorzio nel 1958, si risposò con Winnie Madikizela, compagna battagliera che in seguito divenne una delle protagoniste della lotta per farlo liberare e dalla quale ebbe altre due figlie.Nel 1960, sulla scia del massacro di Sharpeville e della dichiarazione dello Stato di emergenza, l'Anc venne messo fuori legge, costringendo così Mandela a entrare in clandestinità. L'aumento delle tensioni razziali nel Paese lo portò ad abbandonare la linea della resistenza pacifica, divenendo il comandante in capo dell' organizzazione militare clandestina Umkhonto weSizwe, la "Lancia della Nazione". Dopo una parentesi all'estero nel 1962, dove si era recato per ricevere addestramento militare e promuovere la causa, Mandela fu arrestato per aver incitato i lavoratori a scioperare e fu condannato a cinque anni di carcere. L'anno successivo fu accusato, insieme ad altri nove, di sabotaggio: fu proprio nel corso del processo a Rivonia, il 20 aprile 1964, che, dagli scranni di imputato, pronunciò quello che sarebbe diventato uno dei suoi discorsi più famosi: "Ho combattuto contro la dominazione bianca e contro quella nera. Ho accarezzato l'ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone vivono insieme in armonia e pari opportunità. È un'ideale che spero di vivere e di realizzare. Ma se sarà necessario, è un'ideale per cui sono disposto a morire". La giuria lo condannò all'ergastolo, spedendolo nella famigerata prigione di Robben Island.Mandela rivide la libertà solo 26 anni più tardi, l'11 febbraio 1990, quando fu scarcerato dietro le pressioni di una campagna internazionale lanciata dall'Anc, culminata nel 1988 con un concerto allo stadio di Wembley, dove 72mila persone chiesero a gran voce la liberazione di quello che era divenuto il leader del partito e fonte d'ispirazione per tutto il mondo. Dall'esperienza del carcere, disse anni dopo l'arcivescovo Desmond Tutu, Mandela uscì diverso, migliore, "un uomo compassionevole, in grado di capire la debolezza umana e di essere più generoso nei suoi giudizi sugli altri". Una capacità di perdonare che lo portò, una volta libero, a battersi per riconciliare il Paese con il suo doloroso passato, lottando per il riconoscimento e la dignità della maggioranza nera ma rassicurando allo stesso tempo i bianchi a non avere paura del cambiamento ma anzi a rimanere e investire in patria. Un "lungo cammino verso la libertà" che vide nel 1994, per la prima volta, tutto il Sudafrica recarsi a votare, con l'elezione del primo presidente nero nella storia del Paese.Promotore della nuova immagine del Sudafrica, Mandela, insignito nel 1993 insieme a de Klerk del Nobel per la pace, si impegnò nella costruzione della nazione "arcobaleno", girando per il mondo, incontrando leader, partecipando a conferenze e ricevendo innumerevoli premi, prima di concludere il mandato presidenziale nel 1999 dopo cinque anni di incarico. Ritiratosi a vita privata, dopo aver sposato l'anno prima, nel suo ottantesimo compleanno, Graca Machel, vedova del presidente mozambicano Samora Machel, Mandela continuò a impegnarsi per la pace e la stabilità del Paese e di tutto il Continente, tramite la Nelson Mandela Foundation e lavorando nella mediazione dei conflitti, in particolare per il Burundi e la Repubblica Democratica del Congo.Nel 2005 ruppe un altro tabù, annunciando al Paese la morte per Aids del figlio Makgatho e invitando i sudafricani a parlarne per "farla apparire come una normale malattia". Convinto del potere unificante e catartico dello sport, come già aveva dimostrato nel 1995 con i Mondiali di rugby ospitati in Sudafrica, Madiba giocò un ruolo chiave anche nell'assegnazione a Pretoria dei Mondiali di calcio 2010, teatro della sua ultima apparizione pubblica.Tra i tanti onori a lui tributati, nel 2009 le Nazioni Unite dichiararono il giorno del suo compleanno Nelson Mandela International Day, la prima ricorrenza mai istituita per una persona. Negli ultimi anni si erano moltiplicati i suoi problemi di salute. Quello che una volta era un giovane boxer che si allenava quotidianamente, nonostante fosse rinchiuso in una cella di pochi metri quadrati, dovette subire diversi interventi: debole di polmoni, nel 1988 era stato ricoverato per un principio di tubercolosi, lasciandolo esposto a vari problemi respiratori che lo portarono più volte in ospedale. Mandela soffriva anche di problemi agli occhi in conseguenza dei lunghi anni passati a spaccare pietre nel cortile della prigione di Robben Island e fu operato di cataratta nel 1994, pochi mesi dopo essere stato eletto presidente. All'epoca, ai fotografi fu chiesto di non usare il flash. Nel 2001 gli fu diagnosticato un cancro alla prostata per cui si sottopose a radioterapia.