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Libertà religiosa. il 15 agosto chiesa in preghiera per i cristiani perseguitati

Andrea Galli sabato 2 agosto 2014
​I cristiani non solo discriminati, ma vessati, puniti con il carcere, minacciati e costretti all’esilio, uccisi. Il fenomeno non è nuovo, ma certo negli ultimi anni, anzi mesi sembra essersi drammaticamente intensificato. Alle violenze in Egitto, Siria, Nigeria, ai casi di Asia Bibi in Pakistan e di Meriam in Sudan – questi sono solo la punta di un iceberg ben più esteso – si è aggiunto il precipitare della situazione in Iraq, con la comunità cristiana già provata da un decennio di sangue che si è ritrovata di nuovo in un incubo.Di fronte a tutto ciò «Noi non possiamo tacere» dicono i vescovi italiani. Suona così il titolo del messaggio diffuso sabato 2 agosto dalla presidenza della Cei per presentare la giornata di preghiera per i cristiani perseguitati, indetta per il prossimo 15 agosto. Si tratta di un invito ad attivare il primo e fondamentale aiuto, quello spirituale, con la proposta di ricordare i fratelli nella fede in pericolo anche nella monizione iniziale e nella preghiera universale della Messa per la festa dell’Assunta (i testi sono cliccabili qui sotto). Ed è anche un duro appello all’Occidente, all’Europa in particolare, «distratta ed indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani».Perché c’è questo silenzio? «Forse perché – ha detto ai microfoni di Radio Vaticana il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco – non si ha più il coraggio di dirsi cristiani, non è più percepito, almeno da un certo pensiero unico tipicamente occidentale, un grandissimo valore, addirittura il proprio grembo, le proprie origini della propria cultura, della propria società. Dall’altra parte sicuramente anche per interessi di tipo economico che si ha paura a scontrare, quindi è meglio tacere e far finta di niente piuttosto che mettere in pericolo rapporti economici». Bagnasco ha richiamato la necessità di riportare, con ostinazione, certi fatti al centro dell’attenzione: «Faccio appello a tutti i media – perché sono i media che hanno a mio parere gli strumenti adeguati – perché ogni cinque minuti non si può più tollerare l’uccisione di una persona per ragioni di fede, per nessuna ragione, ma prima di tutto per ragioni di fede. Se i media fossero molto più presenti, attenti – ogni giorno oserei dire, se fosse il caso – per mettere all’attenzione del mondo – soprattutto per le nazioni occidentali che sono le più distratte intenzionalmente – questo fatto inaccettabile disumano, credo che i responsabili comincerebbero a pensare un po’ diversamente». "NOI NON POSSIAMO TACERE": IL TESTO DEL MESSAGGIOLA PREGHIERA UNIVERSALELA CAMPAGNA WEB: SIAMO TUTTI CRISTIANICRISTIANI PERSEGUITATI, VAI AL DOSSIER