Mondo

Cooperazione. «Bynode», la cooperazione francescana mette le ali

Alessia Guerrieri lunedì 17 settembre 2018

Bynode, il logo della onlus dei Frati minori conventuali presentata ieri a Roma

Lo spirito è quello racchiuso nel cingolo francescano. È l’intessere nodi per portare un po’ di speranza a chi ha sulle spalle una croce pesante. Bynode Development & Cooperation, la onlus per la cooperazione e lo sviluppo nata il 2 agosto 2017 dalla collaborazione tra i Frati minori conventuali e la Fondazione Giovanni Paolo II presentata ieri a Roma, guarda proprio a quel nuovo ordine economico di cui parla spesso papa Francesco. E intende farlo attraverso la forza delle relazioni, a partire dall’annodare appunto i centri nevralgici dei francescani conventuali e dei loro 600 conventi in tutto il mondo. Creando inoltre nuove sinergie tra frati e laici. Come quelle messe in atto nei tre progetti già avviati in questo anno in America Latina, dove nella parrocchia di San Pietro apostolo a Matanzas (Cuba) è nata una mensa sociale per minori e anziani in difficoltà. O ancora la casa di accoglienza in Colombia, nell’area metropolitana di Medellin, inaugurata grazie ai fondi raccolti dal Sacro convento di Assisi attraverso la trasmissione "Con il cuore nel nome di Francesco". Oppure il progetto "Farmaco solidale" a Cucuta, nel dipartimento di Norte de Santander (Colombia), per arrivare a realizzare un laboratorio farmaceutico adeguato agli standard internazionali dedicato ai medicinali per i più poveri della Colombia e del Venezuela.

Un «piccolo esempio concreto» di quel «modello di corresponsabilità» a cui si è chiamati come uomini, sottolinea fra Marco Tasca, ministro generale dei Frati minori conventuali: questo è Bynode. Un modo, insomma, «per mettere ordine» tra le attività di cinque continenti e per «fare il bene di tante persone». Territorialità, ambiente, lavoro e cooperazione sono perciò i mattoni su cui si costruirà la rete di «pensiero e agire francescano» come lo definisce fra Agnello Stoia, il presidente di Bynode.

In questo modo «si mettono i frati in comunione con il mondo laico per leggere la realtà e agire su di essa», facendo crescere la vita. Anche tramite lo sport, come nel progetto "Giocando si cresce": un programma di formazione attraverso l’attività fisica, che Bynode ha intenzione di portare in Libano nelle prossime settimane. Questo l’augurio che monsignor Luciano Giovannetti, il responsabile della Fondazione Giovanni Paolo II partner della onlus, fa alle «molte mani operose che daranno gambe alle idee», cioè di mettere in pratica «l’apertura della porta della speranza ai tanti crocifissi della terra». Se l’obiettivo è essere al servizio della pace, non bisogna dimenticare che «per la pace ci vuole lo sviluppo e la giustizia, accanto a scelte di umiltà» spiega monsignor Pascal Gollnisch, direttore generale dell’“Ouvre d’Orient”. E soprattutto che «i progetti non sono i nostri, ma i loro, delle persone che vogliamo aiutare».