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Il referendum sulla Brexit. Permessi di soggiorno, rette e lavoro: cosa cambia (anche per gli italiani)

G.F. venerdì 24 giugno 2016

​Il Regno Unito ha scelto di uscire dall'Europa. Ecco cosa potrebbe cambiare nel breve periodo.

1) I MOTIVI DELL'USCITA DALLA UELa paura dell’immigrazione incontrollata, il timore che il welfare non sia più sostenibile, il sospetto che a conti fatti la Gran Bretagna ci perda nella partita finanziaria con l’Europa. Nel Regno Unito il tasso di disoccupazione arriva solo al 5,1% contro il 9% dell’Unione Europea, così come il Pil pro capite calcolato in euro britannico è pari a 33.842 mentre quelle europeo arriva solo a 26.604, ma soprattutto sono quei 4 giorni e mezzo – tanto occorre a Londra per avviare un’attività imprenditoriale contro i 10,2 dell’Europa – a fare la differenza. I partiti e gli esponenti politici favorevoli all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea hanno sostenuto che l’influenza di Bruxelles sulle politiche del Paese sia di fatto insostenibile e costi miliardi di sterline senza dare niente in cambio. Inoltre, porre alcuni limiti alla libera circolazione delle persone ridurrebbe il flusso di migranti che ogni anno sbarcano in Gran Bretagna in cerca di lavoro.2) LONDRA E' AUTOMATICAMENTE FUORI DALLA UE?Nell’immediato non cambierà praticamente niente. Il referendum è consultivo e non ha alcun valore legale per il Parlamento. Il governo britannico dovrà quindi ridiscutere con l’UE tutti i trattati che ha siglato e trovare un accordo sulle condizioni dell’uscita.3) LA GRAN BRETAGNA POTRA' TORNARE IN FUTURO A FAR PARTE DELLA UE?Dipende dagli accordi che ne regoleranno l’eventuale uscita. Allo stato attuale è impossibile prevederlo.4) QUALI SARANNO LE CONSEGUENZE PER LA GRAN BRETAGNA E PER L’EUROPA DELL’USCITA DI LONDRA DALLA UE?Secondo molti analisti sono in gioco 3 milioni di posti di lavoro. il 13 per cento dei cittadini europei risiede in Gran Bretagna e l’economia britannica rappresenta il 17 per cento della potenza economica della Ue. Ma soprattutto Londra dovra' rinegoziare 35 accordi commerciali con altrettanti Paesi mentre nell’attesa gli interscambi obbedira' alle regole del Wto. Ma i cambiamenti saranno epocali: i pensionati britannici residenti all’estero perderanno i vantaggi garantiti ai membri della Ue, primo fra tutti l’assistenza sanitaria gratuita.5) CI SARANNO RIPERCUSSIONI SUL CAMBIO EURO-STERLINA?Gli economisti si aspettano una svalutazione della sterlina rispetto alle altre monete: per gli stranieri sarà più conveniente andare a fare le vacanze a Londra e gli inglesi pagheranno un po' di più i prodotti di importazione.6) QUALI CONSEGUENZE AVRA' SULL’ITALIA L’ESITO DEL REFERENDUM? Buona parte del 600.000 italiani che lavorano in Gran Bretagna potrebbero essere indotti a rientrare in patria, così come una fetta dei 20.000 cittadini britannici che in Italia vivono e lavorano. E chi resterà dovrà procurarsi un permesso di soggiorno. Molte aziende italiane che esportano nel Regno Unito dovranno fare i conti con i dazi doganali che renderanno i nostri prodotti meno competitivi, così come per noi diventeranno più cari i farmaci, i servizi finanziari, le tecnologie per le energie rinnovabili e le automobili made in Uk.7) VIAGGIARE E STUDIARE IN GRAN BRETAGNA SARA' PIU' O MENO CONVENIENTE?La retta annuale in un’università britannica si aggira attorno ai 12 mila euro. Con la Brexit salira' tra i 16 e i 22 mila euro. Facilitazioni, sconti e opportunità normalmente in atto nel Regno Unito sarebbero tutte da riclassificare. E molto probabilmente tutto costerebbe di più.8) CHE COSA CAMBIERA' PER GLI ITALIANI CHE VIVONO NEL REGNO UNITO?Nulla si sa per quelli che già ci vivono e lavorano, anche se si sospetta che vi sarebbero restrizioni e svantaggi. Non è chiaro se l’assistenza sanitaria basata sulla reciprocità della Ue continuerebbe a funzionare. Probabilmente un italiano che si presentasse a un pronto soccorso inglese non avrebbe più un trattamento gratuito. Annullati anche i sussidi di disoccupazione e la possibilità di ottenere un alloggio popolare.9) CHE COSA CAMBIERA' MATERIA DI SICUREZZA INTERNAZIONALE E LOTTA AL TERRORISMO IN EUROPA? Il maggior controllo sui flussi migratori potrebbe dare qualche piccolo risultato. Ma non sono tanto i foreign fighters che preoccupano, quanto il terrorismo fai-da-te o il jihadista della porta accanto. E in tal senso chiudere le frontiere servirebbe a poco.