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IL FATTO. Blitz in Belgio, la rabbia delle vittime

Gianni Cardinale mercoledì 30 giugno 2010
Continuano le ripercussioni in Belgio della quadruplice perquisizione che la magistratura ha inflitto alla Chiesa nel giorno della festa della Natività di San Giovanni Battista, giovedì scorso, con la scusa formale di dover indagare su casi di abusi commessi da religiosi. Come si ricorderà le forze di polizia hanno perquisito la sede dell’episcopio di Malines dove hanno trattenuto e interrogato per ore tutti i vescovi che si trovavano in riunione plenaria.È stata perquisita anche l’abitazione del cardinale arcivescovo emerito di Malines, Godfried Danneels, a cui è stato sottratto il pc. Perquisita anche la sede a Lovanio della Commissione indipendente creata dalla Chiesa belga  per indagare sui casi di abusi sessuali sui minori, con tanto di sequestro dei 475 dossier che aveva raccolto. Perquisita anche - ed è questo il fatto che più ha destato impressione - la cattedrale di Saint Rombout con tanto di violazione di uno o più sepolcri dei defunti arcivescovi emeriti della capitale. Una conseguenza diretta di quella che è stata definita "Operazione Chiesa", è stata la dimissione in blocco della Commissione indipendente presieduta dal professor Peter Adrianssens che aveva raccolto le testimonianze di vittime che non avevano voluto rivolgersi alla magistratura per un legittimo desiderio di riservatezza. A questo si deve aggiungere il caso, riportato ieri da diversi quotidiani fiamminghi, di un uomo di 63 anni, Jan Hertogen, vittima dell’abuso sessuale di un prete, che ha lanciato un appello a tutte le vittime che si sentono ingannate dalla giustizia, a segnalarsi come persone danneggiate, parti lese in causa. La vittima ha raccontato la sua storia alla commissione Adriaenssens alcuni mesi fa, quando è scoppiato lo scandalo dell’ormai vescovo emerito di Brugge, Roger J. Vangheluwe, le cui dimissioni sono state accolte lo scorso 23 aprile dopo avere ammesso di avere abusato di un minore. L’uomo non voleva che la giustizia fosse messa al corrente. Dopo il sequestro dei dossier della commissione Adriaenssens ha invece deciso di segnalarsi alla procura di Bruxelles come parte lesa, come persona che ha subito un danno.Altri particolari sul raid di perquisizioni sono stati forniti ieri da un reportage pubblicato in prima pagina dell’International Herald Tribune. Secondo il quotidiano ad innescare le perquisizioni della polizia belga sarebbero state le rivelazioni dell’ex presidente della Commissione dei vescovi sul trattamento degli abusi sessuali nella Chiesa, la magistrata in pensione Godelieve Halsberghe. Secondo altre informazioni, sempre raccolte dal quotidiano, alla base dell’operazione della procura potrebbero esserci anche le denunce fatte da un sacerdote, ora in pensione, Rik Devillé, che avrebbe trasmesso diversi dossier alla procura una quindicina di giorni fa.Durante la messa per la solennità dei santi Pietro e Paolo, il Papa ieri a imposto il pallio anche all’arcivescovo metropolita di Malines-Bruxelles André-Joseph Leonard, che a gennaio ha sostituito nella sede primaziale belga il cardinale Danneels. Durante l’omelia il Papa non ha fatto cenno alle perquisizioni. Rimangono comunque le sue parole scritte nella lettera inviata a Leonard domenica in cui definiva «sorprendenti e deplorevoli» le modalità con cui sono state condotte. Così come rimane agli atti il «vivo stupore», lo «sdegno», lo «sgomento», e il «rammarico» espresso dalla Segreteria di stato vaticana. Da segnalare infine che la rubrica delle lettere del Foglio di ieri ha ospitato una breve riflessione del presidente "laico" dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, il quale ha definito «profanazione» l’esumazione «delle reliquie dei due cardinali» alla cattedrale di Malines e si è chiesto se questo gesto possa provocare «una serie di straordinari miracoli» a favore proprio di chi lo ha «ispirato, deciso e realizzato».