Mondo

Stati Uniti. Elezioni presidenziali, Joe Biden si ricandida, «Finiamo il lavoro»

Elena Molinari, New York martedì 25 aprile 2023

C’è verosimilmente una domanda nella testa del 57% dei democratici che non desideravano una seconda candidatura di Joe Biden: che cosa ci sarà di nuovo? Ieri il presidente ha lanciato la sua corsa per restare alla Casa Bianca il 25 aprile, come quattro anni fa. L’ha fatto all’alba di Washington in video e più tardi ha tenuto un discorso davanti a una folla di lavoratori sindacalizzati, per consolidare il suo sostegno da, e per, la classe lavoratrice. E per ora non ha aggiunto nuovi elementi alla piattaforma che adottò nel 2020, proponendo ancora una volta una formula fatta di giustizia sociale, equità fiscale (è tornata l’idea di una tassa per i miliardari), difesa della democrazia e della libertà.

Calza dunque come un guanto lo slogan che il Commander in chief ha scelto: «Finiamo il lavoro, so che possiamo». La strizzata d’occhi è al motto «yes, we can» che ha entusiasmato i democratici ai comizi del futuro primo presidente nero della storia americana, Barack Obama, di cui Biden fu il vice per due mandati. Ma la campagna vuole chiaramente giocare sul sicuro.

Anche la scelta di ufficializzare la candidatura con un video di tre minuti è cauta: nessuna conferenza stampa che possa sollevare temi delicati, come l’età di Biden, che ha per mesi alimentati i dubbi sia del Comitato nazionale del partito dell’asinello che dei suoi donatori. Ma che ieri è comunque emersa, sui social come nelle parole dell'ex presidente russo Dmitrij Medvedev, che ha definito Biden «un nonno disperato».

Del resto è proprio grazie a una campagna tradizionale che Biden ha battuto Donald Trump, che con buone probabilità sarà di nuovo il suo sfidante repubblicano. La Casa Bianca lo spera, perché i sondaggi mostrano che la strada verso la rielezione sarebbe più in salita se il tycoon fosse messo fuori gioco dalle inchieste e i repubblicani puntassero su un cavallo più giovane e moderato.

Accantonate le promesse di quattro anni fa di fare da «ponte verso le nuove generazioni», Biden non ha dunque ceduto il testimone alla vice, che ha bassissimi indici di consenso e ha chiaramente deluso sia lui sia i vertici del partito, ma se l’è tenuta al fianco nel ticket, anche se in un ruolo di comparsa. Kamala Harris non è infatti mai stata nominata né nel video né nel discorso del presidente.
Biden punta dunque tutto sul vantaggio di essere il presidente in carica, che nella maggior parte dei casi negli Usa viene rieletto, e di avere ricompattato il partito (non ha sfidanti degni di questo nome).

Biden ha anche vantato alcuni successi del primo mandato, come l'uscita dalla pandemia, la ripresa dell'occupazione, i maxi investimenti per le infrastrutture, il rilancio del welfare e il consolidamento della coalizione per difendere l'Ucraina. Fra i punti deboli che gli elettori gli rimproverano ci sono invece il caotico ritiro dall'Afghanistan, il fantasma della recessione, oltre, ancora una volta, all’Ucraina, che si sta trasformando in un pozzo senza fondo.

Per ora il Grand Old Party ha accusato il presidente di essere «sconnesso dalla realtà» in un video creato dall’intelligenza artificiale che evoca un futuro distopico in cui Biden vince nel 2024 e la Cina invade Taiwan, il confine col Messico è sopraffatto dai migranti e San Francisco chiude per droga e crimini. Mentre Trump ha accusato Biden di aver fatto «più danni alla nostra nazione dei cinque peggiori presidenti della storia americana».

Il democratico invece non ha nominato lo sfidante, ma nel video della sua candidatura cita «gli estremisti del Maga», lo slogan di Trump. Il filmato inizia con le immagini dell'assalto al Capitol da parte dei fan di Trump e delle proteste davanti alla Corte suprema dopo l'annullamento della sentenza Roe vs Wade