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LE REAZIONI. Il mondo della politica esprime cordoglio Berlusconi: «Uscire presto dall'Afghanistan»

giovedì 17 settembre 2009
Arrivando al palazzo Justus Lipsius per il Consiglio straordinario della Ue in preparazione del G20, Berlusconi ha parlato di "giornata dolorosa che purtroppo ci riporta alla situazione dell'Afghanistan, che è un Paese veramente difficile, dove noi abbiamo dato tanto in termini di sacrifici umani per mantenere e per far crescere una democrazia essenziale non soltanto in quella regione". Per questo ha aggiunto, la presenza delle forze alleate in quell'area è essenziale "per evitare le infiltrazioni terroristiche in quella regione e anche nel mondo". Tuttavia, ha continuato Berlusconi, "siamo tutti convinti che è meglio per tutti quanti uscire presto dall'Afghanistan. La presenza nostra, tra l'altro, è anche cospicua. Ne abbiamo parlato con il presidente Obama durante i giorni di lavoro comune del G8 - ha concluso il premier - e stiamo preparando un piano che può essere tanto più veloce quanto migliore risulterà l'addestramento che saremo riusciti a fare alle forze dell'ordine".Il cordoglio del mondo politico. Il mondo politico intanto si unisce nel cordoglio per le vittime dell'attentato talebano a Kabul. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che potrebbe rientrare in anticipo dalla visita di Stato in Giappone, ha indirizzato ai familiari dei caduti "l'espressione del mio più sincero e accorato cordoglio, un augurio ai feriti e ai nostri valorosi che rappresentano l'Italia in questa difficile missione internazionale per la pace e la stabilità l'espressione della nostra riconoscenza e vicinanza". Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha espresso il profondo cordoglio suo e del governo ed ha sottolineato che il governo "è vicino alle famiglie delle vittime, condivide il loro dolore in questo tragico momento ed esprime la sua solidarietà a tutta la missione italiana in Afghanistan impegnata a sostegno della democrazia e della libertà in questo sfortunato Paese".Renato Schifani, presidente del Senato, ha affermato che "il sacrificio di questi eroi costituisce un ulteriore doloroso contributo che i nostri militari, con grande coraggio e professionalità, continuano a dare per difendere la democrazia, la pace e la sicurezza internazionale. L'Italia si inchina davanti a questi nostri ragazzi e si stringe commossa intorno alle loro famiglie". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha affermato: "Le forze armate hanno pagato un ulteriore tributo di sangue a difesa della democrazia in Afghanistan. La Camera si stringe intorno alle famiglie delle vittime e a tutte le forze armate". A palazzo Madama, La Russa, ha detto che "agli infami vigliacchi aggressori che hanno colpito ancora una volta nella maniera più subdola, va sicuramente la nostra ferma convinzione che non ci fermeremo".Dal Pd numerosi i messaggi di cordoglio. Il segretario, Dario Franceschini, si è detto "profondamente colpito" ed ha espresso "dolore e solidarietà. Siamo vicini alle famiglie dei militari uccisi e esprimiamo a tutti i soldati e ufficiali italiani che partecipano alle missioni la vicinanza e la solidarietà mia e di tutto il Pd". Insieme alla solidarietà e al cordoglio, il segretario Udc, Lorenzo Cesa, ha esortato il mondo politico: "non è il momento delle divisioni, ma dell'unità: stringiamoci tutti intorno ai nostri militari,senza tentennamenti. Non si badi a spese per garantire loro mezzi e risorse". A chiedere invece il ritiro nel nostro contingente sono Paolo Ferrero, segretario del Prc e il Pdci. Il Presidente Napolitano ha sottolineato che chi deve discuterne è il Parlamento. Ma il ministro Roberto Maroni ha affermato che il ritiro sarebbe "una resa alla logica del terrorismo". Tutto il mondo politico ha annullato impegni e iniziative previste per oggi, e la Fnsi ha rinviato la sua manifestazione per la libertà di stampa prevista sabato a Roma.