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SCANDALO «DATAGATE». «Snowden è libero di parlare con chiunque»

sabato 2 novembre 2013
Edward Snowden è libero di parlare con chiunque, "può far le valigie e andare dove vuole", ha uno status di rifugiato in Russia, "non è un prigioniero". Così il portavoce del Cremilino Dmitri Peskov sulla possibilità che la 'talpa' del Datagate possa parlare con la giustizia tedesca di questioni legate alle intercettazioni da parte dei servizi americani del cellulare della cancelliera Angela Merkel. Snowden "non può utilizzare il territorio russo per nuocere agli interessi Usa", ha detto Peskov ribadendo un concetto posto dal presidente Vladimir Putin come condizione per la concessione dell'asilo all'ex consulente della Nsa, ma "può far le valigie e andare dove vuole, non è tenuto prigioniero", ha aggiunto il portavoce del Cremlino. Salvo poi precisare che se vorrà far ritorno in Russia, Snowden "dovrà presentare una nuova domanda di asilo". BOTTA E RISPOSTA TRA SPIE ITALIANE E INGLESI

I servizi di intelligence italiani, Aise e Aisi, sono "litigiosi" e "incapaci di collaborare tra di loro" e di conseguenza frustranti. È l'opinione della GCHQ, la Nsa britannica, rivelata nei nuovi documenti di Edward Snowden sull'esistenza di una rete europea di spionaggio pubblicati oggi dal Guardian. Stando a quanto rivelato dai documenti, gli 007 britannici avevano contattato sia l'Aisi che l'Aise per paralare di attività di "controterrorismo" e avevano constatato "una frattura all'interno dei servizi italiani" che vengono definiti "incapaci/non disposti a collaborare gli uni con gli altri". Fonti italiane di intelligence, interpellate sull'articolo del Guardian, hanno spiegato che la fase a cui ci si riferisce è quella dell'avvio e della messa in opera della recente riforma dei servizi iniziata nel 2007 e recentemente conclusa.

Per una volta i documenti di Edward Snowden pubblicati oggi dal Guardian chiariscono che i servizi italiani "sono più garantisti" di quelli di altri Paesi e che "non sono disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall'ordinamento". Così fonti dell'intelligence italiana commentano le critiche attribuite dal quotidiano inglese al servizio inglese Gchq, la Nas britannica. Quanto al fatto che i servizi italiani sarebbero "litigiosi e incapaci" di lavorare tra di loro, le stesse fonti sottolineano come probabilmente si tratti di una "valutazione datata", che si riferisce al periodo successivo alla legge di riforma del 2007, che ha ridisegnato le competenze delle Agenzie (Aisi e Aise). Una ristrutturazione che ha avuto necessità di un periodo di tempo per andare a regime.LA GERMANIA VUOL SENTIRE SNOWDENLe scuse americane non bastano. La Germania vuole andare fino in fondo allo spionaggio Usa. E il modo migliore per farlo è risalire fino alla fonte delle notizie. Mentre negli Stati Uniti la stessa agenzia di spionaggio Nsa si smarca dallo scandalo e punta il dito contro i “mandanti” politici delle intercettazioni, il governo di Berlino ha preso contatti con Edward Snowden, l’ex analista della National security agency che ha trafugato migliaia di file compromettenti.«Se il messaggio è che vuole darci informazioni, le accetteremo volentieri», ha detto ieri il ministro dell’Interno tedesco Hans-Peter Friedrich. Per Mosca è dunque partito il parlamentare Hans-Christian Stroebele, che dopo un inedito incontro di tre ore con l’elusivo tecnico informatico è tornato in patria con una richiesta improbabile: «Alla mia domanda se fosse pronto a testimoniare davanti al Parlamento tedesco – ha detto – Snowden ha risposto che per prima cosa preferirebbe presentare i fatti di fronte al Congresso Usa».La “talpa” è ricercata negli Usa e lasciare la Russia gli farebbe perdere lo status di rifugiato. Uno speciale salvacondotto tedesco amplierebbe il solco diplomatico scavato dalle intercettazioni Usa ai danni del cancelliere tedesco Angela Merkel. Ma la semplice possibilità che Snowden testimoni di fronte ai magistrati tedeschi restando in Russia, via lettera o incontrandoli a Mosca, è già un affronto alla giustizia americana. Il giovane ex contractor (che da questo mese inizierà a lavorare per un sito Web russo, ma che vive sotto il controllo dei servizi segreti del Cremlino) ha però scritto una lettera aperta ai tedeschi affermando di contare sul sostegno internazionale per fermare la «persecuzione» di Washington nei suoi confronti. L’imbarazzo degli Stati Uniti dunque cresce, fra politici e 007 che difendono l’operato della Nsa come vitale e diplomatici che cercano di rassicurare gli alleati. Eliminare i programmi di intercettazioni internazionali «creerebbe un vuoto e ci sarebbe il rischio potenziale di un nuovo 11 settembre», ha ventilato ieri infatti il capo dimissionario della Nsa Keith Alexander, che ha anche accusato «funzionari politici» di aver chiesto alla sua agenzia di scoprire le intenzioni dei leader di Paesi stranieri. In particolare sarebbero stati gli ambasciatori Usa nel mondo a chiedere l’aiuto delle spie per sapersi come muovere. Un particolare che, se confermato, rivela una preoccupante interruzione nella catena di trasmissione del potere dalla Casa Bianca al dipartimento di Stato fino alla Nsa. Ieri infatti il segretario di Stato John Kerry ha fatto un pubblico “mea culpa”, ammettendo che il suo governo «si è spinto troppo in là». Mentre la Casa Bianca insiste che Barack Obama è rimasto all’oscuro del programma fino alla scorsa estate e i giganti della rete, Facebook, Google, Apple, Yahoo!, Microsoft e AOL, hanno scritto una lettera congiunta ai leader del Senato in cui chiedono restrizioni alle agenzie di intelligence Usa. Limiti invocati anche dalla comunità internazionale: è stata consegnata ieri alle Nazioni Unite infatti la bozza di risoluzione scritta da Germania e Brasile per la protezione della privacy dagli abusi delle agenzie di intelligence.  Elena Molinari