Mondo

Il rapporto. Una guerra mondiale a pezzi contri i bambini del pianeta

Lucia Capuzzi lunedì 5 giugno 2023

Moltissimi degli sfollati degli scontri in Sudan sono minori

Ogni giorno, le guerre del pianeta divorano venti bambini. Dal 2005, quando iniziato il monitoraggio, fino al 31 dicembre scorso, l’Agenzia Onu per l’infanzia ha registrato 315mila violazioni perpetrate sui minori nel corso dei conflitti armati più gravi. Una trentina in totale che si sono consumati nel Sud geopolitico del mondo. Il panorama rappresentanto da Unicef è tragico. Dall’Africa all’Asia, dal Medio Oriente all’America Latina, almeno 120mila piccoli sono stati uccisi o mutilati; 105mila sono stati costretti ad arruolarsi negli eserciti o nelle milizie paramilitari, altri 16mila hanno subito abusi sessuali.
I rapiti sono oltre 32.500: l’ultimo maxi-sequestro di decine di ragazzini è avvenuto domenica, in tre villaggi del Nord della Nigeria, bersaglio delle incursioni delle bande jihadiste. Le Nazioni Unite hanno inoltre verificato più di 16mila attacchi a scuole e ospedali e più di 22mila casi di negazione dell'accesso umanitario per i bambini. La cifra considera solo i fatti accertati, il bilancio reale, dunque, data la difficoltà di trovare informazioni, potrebbe essere ben più alto. Nel calcolo non figurano, inoltre, i milioni di bambini che i combattimenti hanno costretto ad abbandonare dalle case e comunità, a volte, perfino le famiglie. In pratica, la guerra mondiale a pezzi che insanguina il mappamondo – per parafrasare papa Francesco – è innanzitutto una guerra contro l’infanzia. «L’esposizione ai conflitti ha effetti catastrofici, che cambiano la vita dei bambini – ha affermato Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef –. Pur sapendo come si deve agire per proteggere l’infanzia dalla guerra, il mondo non sta facendo abbastanza». E ha aggiunto:«Spetta a tutti noi garantire che i bambini non paghino il prezzo delle guerre degli adulti e intraprendere le azioni coraggiose e concrete necessarie per migliorare la protezione di alcuni dei bambini più vulnerabili del mondo». Ai leader riuniti a Oslo per la Conferenza sulla protezione dei minori, l’Unicef ha indicato una road map pratica per tutelare i più piccoli dalla brutalità degli scontri armati. In primo luogo, occorre un impegno legale per conservare e rendere operative le leggi internazionali già in vigore al riguardo, in particolare quelle sulla difesa di scuole, ospedali, strutture idriche e igienico-sanitarie, la cessazione del reclutamento e dell'impiego di bambini da parte di gruppi e forze armate e l'interruzione dell'uso di armi esplosive nelle aree popolate.
Le persone o formazioni che violino tali normative devono essere chiamate a renderne conto. La comunità internazionale deve, infine, aumentare le risorse in favore dell’infanzia colpita dalle guerre, in linea con le crescenti necessità. «Dobbiamo fare tutto il possibile per raggiungere qualunque bambino in difficoltà, in particolare quelli più vulnerabili. I servizi di protezione per i minori devono basarsi sui sistemi e sulle strutture comunitarie esistenti e sostenere i diritti, la partecipazione dei bambini e il loro superiore interesse. I programmi e l'advocacy in questi contesti devono sempre mettere i bambini e la loro protezione al centro dell'azione umanitaria», ha concluso Russell.