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Diritti in Cina. L'Australian Open autorizza le magliette a sostegno di Peng Shuai

I.Sol. martedì 25 gennaio 2022

Gli spettatori degli Australian Open potranno indossare le magliette a sostegno della tennista cinese Peng Shuai, a condizione che "non si impegnino in comportamenti ostili": è la decisione degli organizzatori del torneo di tennis in Australia. Cambio di passo per la stessa organizzazione che nei giorni scorsi aveva chiesto agli attivisti di rimuovere magliette e striscioni, suscitando polemiche.

Va ricordato che l’ex tennista cinese è scomparsa e riapparsa in novembre dopo aver denunciato violenze sessuali da un leader cinese. E rimangono forti dubbi sulla sua condizione personale.

I tifosi potranno indossare le magliette - ha spiegato all'Afp il responsabile degli Australian Open Craig Tiley, "a condizione che non causino problemi e siano pacifici", aggiungendo che gli agenti di sicurezza valuteranno caso per caso.

Nei giorni precedenti gli organizzatori del torneo avevano chiesto ai fan di rimuovere le loro magliette con lo slogan "Dov'è Peng Shuai?", la tennista cinese dalle sorti incerte dopo una denuncia di molestie contro un politico di alto rango, sulla base del fatto che l'Australian Open "non ammette scritte, striscioni o cartelli politici".

Nel dibattito era intervenuta pubblicamente anche la leggenda del tennis, Martina Navratilova che nei giorni scorsi aveva definito "patetico" il tentativo degli organizzatori dell'Australian Open di impedire agli spettatori di indossare delle magliette con scritto "Dov'è Peng Shuai?" in difesa della tennista cinese.
Anche perché, aveva aggiunto la giocatrice americana di origine ceca, i promotori dell'iniziativa ne stanno facendo stampare un gran numero, rendendo quasi impossibile fermarla.

In un video diffuso sui social si vede personale addetto al torneo invitare gli spettatori a togliersi le magliette e rimuovere uno striscione in difesa di Peng Shuai, assente dal Grande Slam. Navratilova, 18 volte vincitrice del Grande Slam, ha twittato sulla vicenda, stigmatizzando il divieto di indossare le t-shirt e usando l'hashtag #WhereisPengShuai.

La Women's Tennis Association ha chiesto di ascoltare direttamente la tennista, sospendendo i tornei in Cina e diversi giocatori di spicco degli Australian Open hanno fatto dichiarazioni in sua difesa, augurandosi di aver notizie direttamente da lei e poter essere certi della sua sicurezza.
Il giocatore francese Nicolas Mahut, eliminato dal doppio al primo turno a Melbourne, ha suggerito su Twitter che gli organizzatori si sarebbero inchinati a una sponsorizzazione della Cina, quella della distilleria cinese Luzhou Laojiao, uno dei principali sponsor degli Australian Open.
L'organizzazione, da parte sua, aveva inizialmente dichiarato che al torneo "non sono ammessi vestiti, striscioni o insegne commerciali o politiche". "La sicurezza di Peng Shuai è la nostra preoccupazione principale", ha aggiunto un portavoce degli Australian Open. "Continuiamo a lavorare con la WTA e la comunità mondiale del tennis per cercare più chiarezza sulla sua situazione e faremo tutto il possibile per assicurarci del suo benessere".

Una pagina GoFundMe creata per raccogliere fondi per stampare più magliette ha raggiunto l'obiettivo di 10mila dollari australiani in due giorni. "Stiamo stampando 1.000 t-shirt, vediamo quanti spettatori riusciranno a fermare", ha detto l'attivista Max Mok all'emittente televisiva ABC.