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Diritti umani. Asia Bibi esclusa dalla rosa dei candidati per il premio Sacharov

Stefano Vecchia, Bangkok martedì 10 ottobre 2017

Asia Bibi, la madre di famiglia di fede cattolica in attesa della sentenza definitiva della Corte suprema pachistana sulla sua condanna a morte per blasfemia, è stata esclusa dalle candidature a ricevere il premio Sacharov per la libertà di pensiero.

Il Parlamento europeo ha scelto l'opposizione democratica in Venezuela tra i tre finalisti del premio Sacharov per la libertà di espressione. Gli altri candidati dell'edizione 2017, selezionati dalle commissioni Affari esteri e Sviluppo, sono la militante ambientalista guatemalteca Aura Lolita Chavez Ixcaquic e il giornalista eritreo Dawit Isaak.

Istituito nel 1988, il premio Sacharov viene assegnato a persone che abbiano contribuito in modo eccezionale alla lotta per i diritti umani in tutto il mondo e attira l'attenzione sulla violazione dei diritti umani oltre a sostenere i vincitori e la loro causa.

La nomina di Asia Bibi era stata proposta lo scorso settembre dal gruppo Conservatori e riformisti nel Parlamento di Strasburgo. «Il suo caso è un simbolo per altri colpiti nella propria libertà di espressione e soprattutto nella libertà di religione», aveva segnalato il parlamentare olandese Peter van Dalen, tra i proponenti l’assegnazione. Un voto favorevole all’attribuzione del Premio, il 10 dicembre, a Strasburgo, avrebbe potuto portare ad Asia Bibi e alla sua famiglia un contributo in denaro di 50mila euro, ma soprattutto un sostegno morale, e il forte consenso dell’opinione pubblica mondiale e un sostegno diplomatico di vasta portata alla sua liberazione. Peraltro il 7 ottobre è morto Choudry Naeem Shakir, avvocato cristiano, di 73 anni, che aveva difeso Asia Bibi. Durante la sua lotta politica di oltre 50 anni, Shakir ha fornito sostegno legale a minoranze religiose, lavoratori e poveri, difendendoli dai metodi brutali della polizia e in particolare dalle accuse di blasfemia.