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Londra. «Sul nostro Archie una battaglia legale orrenda». L’appello della famiglia

Angela Napoletano, Londra martedì 9 agosto 2022

Archie in coma

Mai più altri casi "Archie Battersbee". È l’appello della famiglia del bambino di 12 anni, affetto da gravissimi danni cerebrali, morto sabato al Royal London Hospital dopo l’esecuzione della sentenza che ha disposto lo spegnimento del ventilatore meccanico che lo teneva in vita. La battaglia legale condotta per contrastare la decisione dei medici, convinti che per il piccolo non ci fosse più alcuna speranza, "è stata orrenda", hanno sottolineato in una nota mamma Hollie e papà Paul.

Da questa tragedia, hanno aggiunto, "vogliamo che esca qualcosa di buono": "un’indagine su quello che è successo ad Archie", sul perché non gli è stato concesso neppure di morire in un hospice, come avvenne invece nel 2017 per Charlie Gard, che possa portare a un "cambiamento" nella gestione delle controversie che riguardano il fine vita dei minori gravemente malati.

L’auspicio è diffuso anche nell’opinione pubblica, commossa dalla dolorosa cronaca della vicenda, non la prima del genere nel Regno Unito, e condiviso dagli addetti ai lavori. Ilora Finlay, membro della Camera dei Lord e palliativista dell’Università di Cardiff, ha incoraggiato l’istituzione di una commissione indipendente incaricata di mediare le controversie tra famiglie e ospedali evitando che i casi arrivino, "troppo presto, troppo velocemente", in tribunale.

In questa direzione si sono mossi già i Gard lavorando a una legge, la "Charlie’s law", presentata ai deputati ma non ancora calendarizzata. Il procuratore generale, Suella Braverman, ha già messo le mani avanti dicendo che le famiglie hanno "sufficienti garanzie legali" e che non c’è motivo per dubitare che i tribunali lavorino in modo "incredibilmente approfondito".

"Perché non esplorare in famiglia, coinvolgendo anche i bambini, le opinioni sul supporto vitale in caso di gravi danni cerebrali?", si chiede la palliativista Rachel Clarke sul Guardian. "La loro posizione - ha sintetizzato - può essere in questo modo difesa senza esitazione".