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Nemica degli speculatori. Uccisa l'ambientalista Joanna Stuchbury. Rabbia in Kenya

Silvia Guzzetti venerdì 16 luglio 2021

Un'immagine dell'ambientalista uccisa Joanna Stuchbury presa dal suo sito di Facebook

Il presidente keniota Uhuru Kenyatta ha condannato l'omicidio dell'ambientalista Joanna Stuchbury, 64 anni, che è stata uccisa da sconosciuti, a casa sua, ieri pomeriggio. L'ambientalista aveva denunciato con coraggio la violazione delle foreste e si era battuta, in particolare, perchè venisse protetta la foresta di Kiambu nei sobborghi di Nairobi, che e' stata invasa da occupatori abusivi e dove gli alberi vengono eliminati da imprese edilizie private impegnate in varie speculazioni immobiliari.​


"Chi l'ha uccisa è un vigliacco, un nemico della nazione", ha detto il presidente keniota promettendo che il governo scoprirà chi sono gli assassini della Stuchbury e li arresterà"."Per lungo tempo, Joannaè stata una strenua sostenitrice della conservazione del nostro ambiente ed è ricordata per i suoi incessanti sforzi per proteggere la foresta di Kiambu", ha detto Kenyatta.
L'ambientalista aveva guidato diverse campagne per la protezione degli alberi e lo si deve a lei se centinaia di piante oggi sopravvivono in Kenya.

Secondo le prime informazioni Stutchburry sarebbe stata colpita a morte nel suo vialetto, nella città di Kiambu, vicino a Nairobi, con quattro colpi di arma da fuoco. Dalla sua abitazione non sarebbe stato rubato nulla. La notizia è stata diffusa da Paula Kahumbu, ambientalista keniana e direttrice di WildlifeDirect, organizzazione che si batte per la preservazione degli animali a rischio di estinzione e, in particolare, per la difesa degli elefanti.

Impegnata da sempre a favore dell'ambiente, Joanna Stutchburry era nota in tutto il Kenya per le sue campagne contro il land grabbing, l’accaparramento di terra da parte di ingenti investitori, spesso stranieri, sviluppatosi in maniera esponenziale nel primo decennio del XXI secolo.

L'omicidio di Stutchbury è il secondo di un ambientalista negli ultimi anni. Nel 2018, Esmond Bradley Martin, un ambientalista americano che viveva in Kenya, le cui indagini sul commercio di avorio di elefante e corno di rinoceronte sono state considerate fondamentali negli sforzi per proteggere le specie minacciate, è stato trovato pugnalato a morte nella sua casa di Nairobi. Il suo omicidio rimane irrisolto.

Attratta dalla foresta e dalla vita tranquilla, alla fine degli anni 90 Stutchbury, che era una keniana di Nairobi, si era trasferita nella città di Kiambu, alla periferia della capitale del Paese, determinata a iniziare una nuova vita.

Già alla fine del secolo scorso Stutchbury denunciava la progressiva distruzione della foresta e della sua fauna: “Gli uccelli non cantano più e gli stagni si sono prosciugati”, dichiarò in un’intervista del 1998. In particolare, la “sua” foresta di Kiambu, oltre 1.000 ettari ufficialmente tutelati dalla legge dopo l’indipendenza nel 1963, si è andata riducendo a vista d’occhio.

“Ho scritto lettere, sono andata alla stampa ma la foresta è stata comunque distrutta”, disse ancora Stutchbury che ha promosso decine e decine di sottoscrizioni, organizzato manifestazioni di protesta a cui hanno partecipato migliaia di persone, pur senza riuscire a fermare lo sfruttamento della terra portato avanti da ricchi uomini d’affari del Kenya.

Per questo impegno ambientalista – e pacifista, come dimostra il Premio Nobel della Pace 2004 Wangari Maathai, anch’essa keniana – Joanna Stutchbury era da tempo minacciata. Le sue grida d’allarme contro il degrado ambientale avevano una salda consapevolezza ecosistemica, ma anche sociale, perchè l'ambientalista era consapevole che gli effetti a lungo termine della deforestazione comprendono carestie, fame e malattie.

Tra i primi messaggi di cordoglio, quello di "Amnesty International Kenya" che, oltre a condannare l’omicidio, invita la Direzione delle indagini criminali e il Ministero dell’ambiente e delle foreste del Kenya a indagare a fondo sull’assassinio di Stutchbury: