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Il provvedimento. La Caritas deve chiudere i battenti in Algeria

mercoledì 28 settembre 2022

Da sabato Caritas Algeria dovrà sospendere tutte le attività di assistenza

La decisione è arrivata, ma la si temeva da tempo: le Chiesa cattolica in Algeria chiuderà da sabato tutte le attività e opere caritative messe in atto da Caritas Algeria. La chiusura «completa e definitiva» viene annunciata in un comunicato dell’arcivescovato di Algeri firmato da Paul Desfarges, arcivescovo emerito di Algeri e presidente dell’Associazione diocesana d’Algeria. Nel comunicato, scritto in tono asciutto e privo di recriminazioni polemiche, si riferisce che la drastica misura viene presa in ottemperanza alla richiesta delle pubbliche autorità algerine.
«Naturalmente – si legge nel testo riportato dall’agenzia di stampa “Fides” – la Chiesa cattolica resta fedele alla sua missione caritativa al servizio della fraternità», in unione «con tutte le persone di buona volontà». Il comunicato prosegue citando l’incipit del Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, sottoscritto il 4 febbraio 2019 a Abu Dhabi da Papa Francesco e dallo Sheikh sunnita Ahmed al Tayyeb, Grande Imam di al-Azhar: «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere».
La Chiesa cattolica – conclude il comunicato firmato dall’arcivescovo emerito di Algeri – «ci tiene a ringraziare tutte le persone che hanno contribuito nel corso degli anni e in diverso modo a far vivere questa opera al servizio dei più vulnerabili e del popolo algerino».
La disposizione di chiudere le attività di Caritas Algeria è stata presa dalle autorità algerine senza fornire motivazioni ufficiali e dettagliate di tale misura ai vescovi della Chiesa cattolica d’Algeria. Fonti locali, contattate dall’agenzia “Fides”, ipotizzano che la Caritas sia divenuta oggetto delle misure restrittive perché considerata alla stregua di una Ong straniera. Tutte le comunicazioni arrivate dal Ministero dell’Interno contenevano riferimenti generici al fatto che la Chiesa cattolica stesse «coprendo» una organizzazione non autorizzata, coinvolta in attività «fuorilegge», senza che fossero specificati riferimenti puntuali a eventuali articoli di legge violati. Esponenti della comunità cattolica locale tendono a escludere che le misure imposte dalle pubbliche autorità algerine siano alimentate da sentimenti di ostilità nei confronti della Chiesa cattolica e della sua operosa presenza nel Paese. Piuttosto, la vicenda sembra collegata alla generale politica di restrizioni messa in atto negli ultimi tempi nei confronti delle Ong straniere e multinazionali. Le autorità algerine non hanno finora preso in considerazione tutte le ragioni oggettive attestanti la natura singolare della Caritas come braccio caritativo della Chiesa cattolica, natura che la distingue sostanzialmente e «statutariamente» dalle Ong, comprese quelle impegnate nei campi dell’assistenza e del soccorso umanitario.
Le iniziative di Caritas Algeria erano pensate e realizzate a vantaggio delle fasce più vulnerabili del popolo algerino, che per il 97 per cento professa l’islam. Caritas Algeria si occupava anche del fenomeno dei migranti, assistendo alla luce del sole soprattutto malati e minori con iniziative di matrice umanitaria, e senza mai assumere toni o sostenere mobilitazioni di impronta politica.