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La giornata. Aids, in Europa 1 su 7 non sa di essere infetto. L'appello del Papa

Francesca Bertoldi giovedì 1 dicembre 2016

E' scomparsa dai radar dell'informazione, ora non fa più paura. Ma uccide ancora. Grazie ai nuovi farmaci l'Aids non è più una condanna a morte, e decenni di campagne e testimonial famosi dovrebbero aver allontanato anche il tabù della malattia, eppure un numero enorme di persone, anche nella “avanzata” Europa, porta in giro il virus senza saperlo. L'allarme, alla vigilia del World Aids Day, è dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui bisogna colmare questo gap per riuscire a mettere sotto controllo la malattia entro il 2030 come promesso dagli “obiettivi di sviluppo”. Solo in Europa, afferma il Centro di Controllo delle malattie (Ecdc), ci sono almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti.

La scommessa dell'auto-test

Lo stesso problema riguarda il 40% di tutti i sieropositivi del mondo, oltre 13 milioni di persone, tanto che l'Oms ha emanato ieri delle nuove linee guida in cui promuove il “self testing”, l'adozione cioè di test da fare a casa da soli per scoprire l'eventuale infezione. Secondo il rapporto, che si riferisce ai 31 Paesi dell'Ue e dell'Area Economica Allargata, nel 2015 ci sono state 30mila nuove notifiche di casi, un numero in linea con gli anni precedenti, mentre il tempo stimato fra l'infezione e la diagnosi è altissimo, circa quattro anni, con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l'infezione è in fase avanzata. Il 42% delle nuove diagnosi riguarda uominiche hanno fatto sesso con uomini, mentre i rapporti eterosessuali seguono con il 32% e l'uso di siringhe infette è responsabile nel 4% dei casi. «L'Hiv continua ad essere un grave problema in Europa - afferma il commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis -. La stima che una persona su sette non sa di essere infetta è particolarmente preoccupante, perché queste persone non hanno accesso alle terapie salvavita e possono continuare a trasmettere il virus agli altri».

Il dramma resiste a Est

Al di fuori dei confini dell'Europa la situazione è ancora peggiore, con la regione europea dell'Oms, che comprende anche la Russia e le Repubbliche ex sovietiche, che per la prima volta ha superato i due milioni di sieropositivi, con un aumento del 7% rispetto all'anno precedente e con l'80% dei nuovi casi che si concentra a est. Per l'Italia le stime dell'Istituto Superiore di Sanità parlano di un leggero calo delle nuove diagnosi di Hiv, che nel 2015 sono state 3.444, con un'incidenza di 5,7 nuovi casi ogni 100mila residenti, un dato che ponel'Italia al tredicesimo posto in Europa. Per cercare disensibilizzare sul tema anche il nostro Paese, come il resto del mondo, vede centinaia di iniziative in occasione della giornata mondiale. Fino a tutto il week end sono previsti spettacoli, vendite di beneficenza, convegni e sessioni di test gratuiti.

L'appello di papa Francesco

Al termine dell'udienza generale papa Francesco ha ricordato che "il primo dicembre, ricorre la Giornata Mondiale contro l'Aids, promossa delle Nazioni Unite". "Milioni di persone convivono con questa malattia e solo la metà di essi ha accesso a terapie salvavita - ha aggiunto il Papa - Invito a pregare per loro e per i loro cari e a promuovere la solidarietà perché anche i più poveri possano beneficiare di diagnosi e cure adeguate. Faccio appello infine affinché tutti adottino comportamenti responsabili per prevenire un'ulteriore diffusione di questa malattia".