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Congo. I ribelli attaccano la città di Uvira: civili terrorizzati

giovedì 28 settembre 2017

Caschi blu dell'Onu nella regione di Uvira nell'Est della Repubblica democratica del Congo (Ansa)

Colpi di mortaio, uomini armati sbarcati sulle rive del Lago Tanganika, popolazione rintanata dentro casa e al buio: si è risvegliata così Uvira, seconda città della provincia del Sud Kivu, nell'est della Repubblica democratica del Congo. I caschi blu della locale missione Onu (Monusco) sono stati dispiegati alle prime ore del giorno per "proteggere i civili". Fonti di stampa congolese e internazionale riferiscono di una situazione molto incerta nella zona al confine col Burundi, per il secondo giorno consecutivo sotto l'attacco dei ribelli Mai Mai, teatro di pesanti scontri tra insorti e militari regolari (Fardc).

Sulle rive del lago Tanganika

Combattimenti sono in corso a Kabimba, a sud di Uvira, dopo il tentato sbarco di miliziani sulle rive del Tanganika. Almeno quattro imbarcazioni, dalla provenienza non meglio specificata, sono state distrutte dall'esercito. Mercoledì le forze armate congolesi hanno respinto un tentativo di assedio lanciato dagli stessi insorti, arrivati dalle colline occidentali sovrastanti Uvira. Finora non è stato diffuso alcun bilancio di eventuali vittime, feriti e sfollati. Nelle ultime ore le Fardc della 33ma regione militare della Rdc hanno ufficialmente lanciato un'operazione per stabilizzare la situazione a Uvira. Il maggiore Louis Claude Tshiwanga dichiara che "non dobbiamo prendere troppo sul serio questi miliziani". Nel contempo Justin Bitakwira, ministro congolese per lo Sviluppo rurale, deputato di Uvira, assicura che "la situazione è sotto controllo, l'esercito congolese ha rafforzato le proprie posizioni sulle montagne attorno a Uvira e gli scontri sono fuori città".

La nuova «liberazione»

Lo scorso fine settimana i miliziani Mai Mai guidati da William Yakutumba hanno preso il controllo di Mboko e annunciato che avrebbero presto marciato su Uvira, distante 30 chilometri. Il gruppo armato, presumibilmente costituito da 5.000 combattenti, ha come obiettivo dichiarato la destituzione del presidente Joseph Kabila, partendo dall'Est del Paese, regione storicamente instabile, confinante con Ruanda e Burundi. Kabila, al potere dal 2001, dopo la morte del padre Laurent Desiré, è sempre più contestato nel suo paese e dai partner internazionali. Il suo mandato scade il 31 dicembre 2017, ma la data delle elezioni presidenziali non è stata ancora stabilita.