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Afghanistan. I taleban vogliono chiudere tutte le scuole delle donne

Lucia Capuzzi venerdì 23 dicembre 2022

Donne protestano a Kabul contro il divieto per loro di frequentare l'università. Ma i taleban vogliono escludere le ragazze da tutte le scuole

La linea rossa è stata oltrepassata. Il confine – più mediatico che reale –rea “vecchi” taleban e taleban 2.0 è stato azzerato. Il regime fondamentalista ha deciso ieri di chiudere alle ragazze anche le porte delle scuole elementari. Come ai tempi dell’Emirato guidato dal mullah Omar, negli anni Novanta. E, proprio come allora, anche stavolta si tratta di una misura «temporanea». Termine, in realtà, solo in apparenza tranquillizzante. Quella volta rimase in vigore fino al crollo del sistema, stavolta non si sa. Il bando è stato comunicato nel corso di una riunione con i presidi degli istituti privati a cui erano presenti rappresentanti della polizia, dell’intelligence e del ministero per la Propagazione della virtù e la prevenzione del vizio.

Questi ultimi hanno, inoltre, aggiunto che il divieto includerà anche il personale scolastico femminile, dalle insegnanti alle ausiliarie, uno dei pochi sbocchi professionali rimasti alle donne.

Al termine dell’incontro, però, non c’è stato un annuncio ufficiale e il ministero dell’Istruzione ha rifiutato di confermare. Ad alimentare il dubbio, il fatto che gli istituti sono fermi da lunedì per le vacanze invernali. Solo a marzo, quando riapriranno, si saprà in modo inequivocabile se le bambine potranno tornare in classe. «Siamo certe che glielo impediranno», afferma Shamail, una delle organizzatrici delle proteste femminili contro i limiti all’istruzione.

Per questo, le donne sono scese in piazza, di nuovo Kabul, ieri, per il secondo giorno consecutivo. Mercoledì, la dimostrazione aveva seguito l’espulsione delle studentesse dagli atenei pubblici e privati a causa – hanno spiegato i taleban – della violazione delle norme sull’abbigliamento. Decine di ragazze hanno iniziato un sit-in all’entrata della Kabul University. Di fronte al grande schieramento di forze di sicurezza, il corteo ha imboccato le strade del centro. Alla fine, però, sette donne sono state arrestate oltre a tre giornaliste Due manifestanti sono state rilasciate mentre le altre sono rimaste in custodia.

Una cinquantina di insegnanti uomini ha rassegnato le dimissioni e numerosi alunni maschi hanno rifiutato di sostenere gli esami in solidarietà con le colleghe. Il giro di vite ha scatenato una dura condanna internazionale. Parole forti sono arrivate da Turchia, Arabia Saudita e Emirati. I ministri degli Esteri del G7 hanno parlato di «crimine contro l’umanità». La speranza è che i taleban stiano alzando la posta proprio per attirare lo sguardo della comunità internazionale. Sulla pelle delle donne.