Mondo

ATTACCO SUICIDA. Afghanistan, kamikaze nel sud: 21 morti

giovedì 28 luglio 2011
Il sangue non cessa di scorrere in Afghanistan dove ancora una volta oggi i talebani hanno utilizzato un commando composto da sei kamikaze per attaccare a Tirin Kot, capoluogo della provincia centro-meridionale di Uruzgan, obiettivi da loro considerati "militari" (palazzo del governatore, quartieri generali della polizia e sede della radio-tv nazionale), con un bilancio fornito dal ministero dell'Interno di almeno 21 morti e 38 feriti.L'attacco, che ha impegnato le forze di sicurezza afghane e gli elicotteri della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) per cinque ore, è stato il più sanguinoso degli ultimi sei mesi in Afghanistan meridionale ed è venuto il giorno dopo l'operazione con cui è stato ucciso, da un anziano che aveva una carica esplosiva nel  turbante, il sindaco di Kandahar City, Ghulam Haidar Hamidi.Secondo una ricostruzione fatta dalle autorita locali, e confermata anche dai talebani nella loro rivendicazione, l'assalto è cominciato poco dopo le 12, preceduto dallo scoppio di tre auto-bomba davanti alla sede del governo provinciale, della polizia nazionale e di quella stradale.Nella confusione generata dalle potenti esplosioni, sei kamikaze sono entrati in azione attaccando gli edifici governativi ed ingaggiando con polizia ed esercito afghani un durissimo scontro a fuoco, causa del pesante bilancio di vittime. Non è chiaro quanti di essi siano riusciti a farsi esplodere, e quanti invece sono stati uccisi.Fra gli obiettivi presi di mira, hanno riferito i media locali, vi è stata anche la sede di una compagnia di un potente personaggio della provincia, Matiullah Khan, che fornisce personale addetto alla sicurezza utilizzato fra gli altri dalla Nato per scortare i propri convogli di rifornimenti. Due suoi agenti sono morti. L'identità di molte delle persone decedute non è stata resa nota, ma secondo un comunicato di condanna diramato dall'Isaf, fra di esse vi sarebbero anche una decina di bambini e varie donne, oltre a elementi delle forze dell'ordine e a Omid Khpalwak, un giornalista afghano di 25 anni, corrispondente locale della Bbc e dell'agenzia di stampa Pajhwok. Il fratello, Javed, ha offerto una toccante testimonianza quando ha rivelato di aver ricevuto, appena è cominciata la sparatoria, un sms in cui la vittima chiedeva a lui e alla  famiglia di "pregare per la sua incolumità".Al riguardo il portavoce dei talebani, Qari Yousef Ahmadi, ha chiamato un'agenzia internazionale per esprimere "dolore" per la morte del giornalista, addossandone la colpa alle forze governative. "Lui non era un nostro obiettivo - ha assicurato - perché noi puntavamo ai quartier generali della polizia".Questo mese di luglio, segnato dalla conclusione della prima fase della transizione della sicurezza in Afghanistan e dall'inizio del ritiro delle truppe americane, è stato anche quello in cui i talebani hanno maggiormente accentuato i loro sanguinosi attacchi. In poche settimane sono riusciti nell'impresa di uccidere vari leader regionali fra cui, domenica scorsa, l'ex governatore di Uruzgan, Jan Muhammad Khan, e soprattutto Ahmad Wali Karzai, potente fratellastro del presidente Hamid Karzai e autentico "uomo forte" nella provincia di Kandahar. L'eliminazione di tutte queste personalità complica i piani del capo dello Stato che rischia di vedere ridotta la sua influenza nel Sud del paese, in un mutamento di rapporti di forza che i talebani tenteranno ovviamente di utilizzare a loro vantaggio.