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LA STRAGE. Afghanistan, 9 morti in proteste contro il rogo del Corano

sabato 2 aprile 2011
Nove persone sono morte e 81 sono rimaste ferite nelle violenze scoppiate durante una protesta aKandahar contro il rogo di una copia del Corano in Florida, dopo che ieri è stato assaltato un ufficio Onu nella città settentrionale di Mazar-e-Sharif, in cui hanno perso la vita sette operatori delle NazioniUnite e cinque manifestanti afghani. Una nota diffusa dall'ufficio del governatore dell'omonimaprovincia si afferma che ci «sono stati scontri e dimostrazioni» e che la polizia ha arrestato 17 sospetti, di cui sette erano armati. Nel condannare le violenze, nella nota si definiscono questi atti illegali e contrari all'Islam.Oltre 2mila persone sono scese in piazza a Kandahar, cantando slogan anti-Usa, spiegano testimoni. I manifestanti hanno incendiato auto e lanciato pietre contro la polizia, riferisce un portavoce delleautorità provinciali. Sono stati inoltre incendiati uno scuola bus e una scuola femminile. Due uomini armati hanno attaccato oggi un campo delle forze Nato in Afghanistan, ferendo leggermente tre militari prima di essere abbattuti. Lo ha reso noto un portavoce dell'Isaf precisando che «alle 6.30 ora locale (le 4 in Italia) siamo stati informati che il campo Phenix era stato attaccato con fucili d'assalto e lanciarazzi da due assalitori, uno dei quali era forse un kamikaze». Le forze militari del campo Nato hanno risposto al fuoco e i due assalitori sono stati uccisi. Tre militari sono rimasti feriti in modo lieve - ha aggiunto il portavoce senza specificare se fossero stranieri o afghani. Ventisette persone sono state arrestate per l'assalto perpetrato ieri contro l'ufficio Onu nellaprovincia di Balkh, a nord dell'Afghanistan, in cui hanno perso lavita 12 persone. Lo riferiscono fonti ufficiali. «La protesta era iniziata con scopi pacifici ma alcuniterroristi internazionali hanno approfittato della situazione», ha detto Munir Ahmad Farhad, portavoce del governatore provinciale.Barack Obama ha condannato l'attacco alla sede Onu di Mazar-i-Sharif in cui sono morti quattro nepalesi, un romeno, uno svedese e un norvegese che lavoravano per le Nazioni Unite. «Condanno nei termini più forti possibili questo attacco - ha affermato in un comunicato il presidente americano - sottolineiamo l'importanza di mantenere la calma e sollecitiamo tutte le parti a respingere la violenza e a risolvere le divergenze attraverso il dialogo». Anche il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha affermato che «non ci sono giustificazioni per queste atrocità» e ha ricordato che i dipendenti Onu uccisi erano lì «per aiutare il popolo afghano a costruire un futuro migliore». Da parte sua il pastore americano Terry Jones, che dopo aver rinunciato a bruciare lui stesso il Corano il 20 marzo aveva permesso che lo facesse un altro pastore nella sua chiesa in Florida, ha affermato di non avere rimorsi. In un'intervista a Sky News ha affermato di essere stato consapevole che «ci poteva essere una reazione violenta», ma ha chiesto che quanti «hanno ucciso i dipendenti Onu ora ne rispondano».