Giovani

Il segno. Milano intitola a Carlo Acutis una residenza universitaria in periferia

Lorenzo Rosoli, Milano martedì 12 settembre 2023

Milano: l'intitolazione al beato Carlo Acutis della residenza universitaria di via Barrili, alla presenza della mamma Antonia e dell'arcivescovo Delpini

Alla periferia sud di Milano, nel cuore del popolare quartiere Stadera, c’è una residenza universitaria che ospita 110 studenti provenienti da più di 30 Paesi del mondo. Ora quella “Casa dello Studente” ha un nome che la identifica e ne illumina la missione: quello del beato Carlo Acutis, il ragazzo che visse il Vangelo del servizio alla carità e alla verità nel segno dell’amore per l’Eucaristia, della solidarietà verso i poveri, del sapiente uso missionario delle nuove tecnologie della comunicazione.

Carlo, nato a Londra il 3 maggio 1991, cresciuto a Milano, colpito da una leucemia fulminante morì all’ospedale San Gerardo di Monza a 15 anni compiuti. Dunque: sono tutti più grandi di lui, gli ospiti di questa casa. Ma anche per loro, l’adolescente beatificato il 10 ottobre 2020, può essere modello e compagno di strada, maestro e testimone. «Carlo è un ragazzo del nostro tempo che ha saputo spalancare le porte a Cristo trasformando così in opera straordinaria una vita ordinaria», ha detto la mamma, Antonia Salzano Acutis, intervenendo alla cerimonia di intitolazione. «Questa Casa dello Studente – ha sottolineato – risponde ai valori di Carlo, esprime il suo amore per il prossimo, perché aiuta e accoglie chi altrimenti non potrebbe permettersi di studiare in questa città».

Al fianco di mamma Antonia, l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. «Con la sua beatificazione la Chiesa lo ha indicato a tutti i giovani come esempio di vita», ha ricordato il presule, che nei giorni scorsi, guidando il pellegrinaggio diocesano a Loreto e Assisi, si è recato con i fedeli ambrosiani alla Basilica della Spogliazione, nella città di san Francesco, dove il beato è sepolto. «Lì arde una lampada voluta dagli oratori della diocesi di Milano, che si sono impegnati a fornire sempre l’olio. È come un modo per stabilire un’amicizia duratura con questo ragazzo che ha vissuto il Vangelo nell’incontro con i poveri, ma sempre con un rapporto intenso con il Signore, che è il principio della carità. Oggi non manca la generosità di tanti. Da Carlo – ha sottolineato Delpini – impariamo a trovare l’origine profonda e una motivazione duratura alla carità. Spero che gli studenti di questa casa si domandino chi è Carlo e ne traggano spunti per la loro vita».

Milano: un momento della cerimonia di dedicazione della "Casa dello Studente" dell'Aler al beato Acutis - Fotogramma

Quindi, parlando del rapporto fra il beato e Milano: «Carlo è milanese, si è formato qui, è andato a scuola qui, e credo che dal cielo possa incoraggiare i ragazzi di Milano ad avere desiderio di diventare adulti e di farsi strada nella vita per fare del bene. Io chiedo la protezione del beato Carlo Acutis non solo perché ci siano condizioni praticabili di vita, ma perché ci sia un desiderio di vivere la vita facendo del bene – ha auspicato l’arcivescovo –. Questo mi sembra che scarseggi nella nostra città: il desiderio di diventare adulti, di prendersi responsabilità, di dedicarsi al bene comune».

Il caro affitti e il caro casa sono un problema drammatico a Milano. Lo sono per tante famiglie e per tanti lavoratori. E lo sono pure per gli studenti universitari che il capoluogo lombardo continua ad attrarre. Con la casa intitolata ad Acutis siamo di fronte ad «un’iniziativa e un’attenzione che dev’essere presa dall’ente pubblico. Il privato è indotto a cercare il profitto, la tendenza ad aumentare i prezzi è certamente scandalosa perché non ha nessun argomento ragionevole, è un approfittarsi del bisogno – ha denunciato Delpini –. Ma questo non si può arginare con prediche né con interventi normativi. Bisogna che l’ente pubblico prenda l’iniziativa di gestire questo servizio come altri: confido che questo sia un segno e che possa essere principio di un cambiamento e di una riforma dell’uso degli spazi in città». La sfida: «rendere Milano la città di tutti, dove sia desiderabile abitare per gli studenti, per i lavoratori, per i visitatori».

Milano: uno degli spazi comuni della residenza universitaria di via Barrili 18 - Fotogramma

Alla cerimonia di intitolazione sono intervenuti anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il prefetto di Milano Renato Saccone, il presidente di Aler Milano Angelo Sala e il responsabile della comunità pastorale “Padre Nostro”, don Davide Milanesi. «La scelta di intitolare questa casa al beato Carlo Acutis è come un seme gettato in un quartiere animato da forte speranza e volontà di riscatto. Vogliamo rinascere: e gli studenti possono aiutarci», ha detto il presidente del Municipio 5, Natale Carapellese.

La “Casa dello Studente beato Carlo Acutis” ha riaperto i battenti il 1° settembre 2022 grazie alla volontà di Aler Milano in collaborazione con la Cooperativa Quadrifoglio Sc onlus e la società di gestione “Estate To Rent”. Dopo un lungo periodo di chiusura dovuto ad alcuni problemi agli impianti, ora risolti, e all’emergenza Covid, la residenza è stata “rigenerata” e ora offre 110 posti in 36 appartamenti per un totale di 76 camere, con spazi comuni rinnovati (quattro aule studio, una sala cinema, una sala fitness, un’area break, un solarium attrezzato, una grande lavanderia, un ampio posteggio videosorvegliato per biciclette e monopattini). Lo studentato è stato completamente cablato con fibra ottica per offrire un servizio internet ultraveloce. L’impianto di rilevazione fumi è stato sostituito ed è stato installato un defibrillatore automatico.

Milano: il cortile sul quale si affaccia la "Casa dello Studente beato Carlo Acutis", stretta fra le case popolari del quartiere Stadera e una Rsa - Fotogramma

La casa intitola a Carlo Acutis, sita al civico 18 di via Barrili, si trova nel cuore di un complesso di storiche case popolari e accanto ad una Rsa intitolata a Santa Sara. Residenti delle case popolari dello Stadera, anziani della Rsa, studenti universitari di 30 Paesi: la sfida è quella di un mix abitativo generatore di relazioni sociali, culturali e fra generazioni diverse, che aiuti questo luogo di periferia a non diventare “quartiere ghetto”. Una sfida che ora ha un nuovo compagno di cammino: il beato Carlo Acutis.